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Una parete di ventilatori che cattura la CO2 e restituisce aria pulita, proprio come fosse un albero in città.
È possibile trovare soluzioni per ridurre la CO2 presente nell’aria? La risposta arriva dalla canadese Carbon Engineering che ha messo in commercio una nuova tecnologia che cattura l’anidride carbonica (CO2) direttamente dall’atmosfera e la utilizza per produrre combustibili sintetici a basso tenore di carbonio.
La cattiva qualità dell’aria è un problema che oggi affligge miliardi di persone in tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che, negli ultimi cinque anni, l’inquinamento dell’aria sia cresciuto dell’8 per cento a livello globale. Un incremento registrato anche nelle città italiane che, non appena arriva l’inverno, sono alle prese con misure più o meno efficaci per cercare di ridurre l’impatto dello smog sulla salute dei cittadini. Un problema a cui contribuiscono il traffico, i sistemi di riscaldamento e la scarsa presenza di aree verdi nei centri urbani.
“Il 40 per cento delle nostre emissioni totali proviene da grandi impianti industriali, mentre il restante 60 per cento è riconducibile a quello che viene chiamiamo ‘inquinamento diffuso e mobile’ come le auto e gli aerei, che di per sé è difficile da contrastare alla radice – ha detto Geoff Holmes, business development manager di Carbon Engineering. – Catturare le particelle inquinanti può essere quindi una soluzione efficace per ridurre le emissioni diffuse”.
Ispirandosi all’azione delle foreste sulla qualità dell’aria Carbon Engineering ha progettato la realizzazione di una nuova tecnologia. Il sistema funziona come un albero, alcuni ventilatori posizionati sulle pareti di un edificio aspirano l’aria che viene convogliata in condotti per essere combinata a una soluzione che assorbe la CO2 e la trasforma in sale. A questo punto, l’aria ripulita viene rilasciata mentre l’anidride carbonica viene estratta così che la soluzione chimica originale possa essere riutilizzata. Successivamente, la CO2 raccolta può essere conservata oppure combinata all’idrogeno per ricavarne un combustibile sintetico, riutilizzabile per produrre nuova energia.
Una tecnologia che può essere impiegata nei centri urbani, grazie alla silenziosità con cui l’impianto lavora tanto che a un metro dalla struttura il rumore è di soli 80 decibel circa, quanto l’aspirapolvere che utilizziamo in casa.
Il prototipo della nuova tecnologia di Carbon Engineering è stato realizzato a Squamish, nella British Columbia. L’impianto, la cui progettazione è durata cinque anni, imprigiona una tonnellata di anidride carbonica al giorno, pari alle emissioni di 15 veicoli. Nella sua fase più avanzata, il sistema potrebbe raccogliere una quantità di CO2 20mila volte maggiore, equivalente alle emissioni di 300mila vetture l’anno. Entro il 2018 è previsto il completamento della prima installazione di grandi dimensioni in un impianto progettato per produrre 10mila barili di carburante sintetico all’anno.
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