Giovani attivisti

Siamo al quinto sciopero mondiale per il clima ed è digitale

Venerdì 24 aprile i ragazzi di Fridays for future si preparano a organizzare il quinto sciopero mondiale per il clima. Questa volta online.

Ascolta “08. Siamo al quinto sciopero per il clima, in versione digitale” su Spreaker.
Piazze gremite di cartelli colorati, cori e marce di ragazzi ottimisti e disposti a tutto pur di proteggere la Terra. È con queste immagini che ricorderemo il 2019, l’anno degli scioperi globali in nome del clima.

Guarda tutti i numeri del clima spiegati dai Fridays for future

Dopo mesi di proteste, iniziate nell’agosto 2018 da Greta Thunberg, l’attivista svedese che ha dato vita agli scioperi del venerdì e al movimento dei Fridays for future, l’anno scorso gli attivisti hanno deciso di unire le forze e protestare contemporaneamente in tutto il mondo, per quattro volte consecutive, chiedendo una sola cosa: azioni reali contro la crisi climatica.

Dopo gli scioperi globali del 15 marzo, del 24 maggio, della Climate action week – dal 20 al 27 settembre – e del 29 novembre 2019, i Fridays for future tornano venerdì 24 aprile con un nuovo sciopero mondiale, questa volta online.

Leggi anche: Lo sciopero per il clima è la sublimazione della forma più alta di protesta

terzo sciopero globale per il clima a Milano
Il corteo che ha marciato a Milano in occasione del terzo sciopero globale per il clima © LifeGate

Il quinto sciopero mondiale per il clima di venerdì 24 aprile è online

Sono settimane che a causa della pandemia di coronavirus, generata dal virus Sars-Cov-2 e responsabile della malattia Covid-19, molti paesi stanno optando per l’isolamento forzato della popolazione, impedendo manifestazioni e assembramenti.

Ma gli attivisti di Fridays for future non si sono mai fatti fermare e hanno spostato gli scioperi settimanali online integrandoli con altre forme di protesta come tempeste di tweet e azioni in rete. Tutte unite sotto gli hashtag #digitalstrike e #ritornoalfuturo.

Uno sciopero speciale

Il quinto sciopero non solo inaugura il decennio cruciale per la lotta alla crisi climatica, ma non può svolgersi per le strade proprio a causa di una delle conseguenze della crisi che gli attivisti cercano di combattere. È opinione sempre più comune, infatti, che l’erosione degli ecosistemi e la distruzione degli habitat naturali sia una delle cause della diffusione di nuovi virus potenzialmente mortali per l’uomo, come il Sars-Cov-2.

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Questo è uno dei motivi che hanno spinto i ragazzi italiani di Fridays for future a scrivere una lettera al paese invocando una ripresa sostenibile dopo la fine della pandemia, specialmente ora che la Cop26, la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, è stata rinviata.

La parola agli attivisti

Durante le otto settimane che hanno portato al quinto sciopero mondiale per il clima abbiamo avuto il piacere di parlare con i ragazzi dei Fridays for future Italia che ci ha raccontato alcuni dei numeri più importanti della crisi climatica. Abbiamo parlato degli 11mila miliardi di dollari che sono stati disinvestiti dal settore dei combustibili fossili fino ad oggi, dei 251 milioni spesi dalle corporation del fossile in attività di lobbismo all’interno delle istituzioni europee, dei 10 anni che ci restano per cambiare il nostro stile di vita e dei 200 milioni di persone che potrebbero essere costrette a migrare, entro il 2050, a causa della crisi climatica.

Le proteste del venerdì in nome del clima sono state una vera rivoluzione, mondiale e lessicale. Non resta che vedere cosa nascerà dai digital strike.

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