C’è un accordo tra giocatori per fermare il razzismo nel mondo del calcio

Un gruppo di giocatori ha firmato una dichiarazione d’intenti per usare social network e altri canali per combattere il razzismo nello sport.

  • Un nuovo accordo tra atleti vuole combattere il razzismo nello sport.
  • L’invito è rivolto ai giocatori affinché usino la loro influenza mediatica per chiedere azioni più concrete.
  • La firma dell’accordo arriva dopo gli ultimi due episodi che si sono verificati in Italia e Inghilterra.
  • Il modello è un’iniziativa analoga nata nel campionato di calcio americano.

“Il momento di partecipare e agire contro il razzismo è adesso. Facciamolo per porre fine agli episodi di odio che sono psicologicamente molto dannosi per chi li subisce”. È quanto si legge in una dichiarazione, firmata da diversi calciatori, ex calciatori e accademici di Harvard per promuovere delle azioni concrete contro il razzismo e combattere le discriminazioni attraverso lo sport. L’iniziativa è stata presentata durante un incontro che si è tenuto al City Ground, lo stadio della squadra di Premier League inglese Nottingham Forest. La dichiarazione punta ad invitare i calciatori a usare le piattaforme social e i loro numerosi follower per chiedere di porre fine agli episodi di discriminazione a sfondo razziale.

Questa iniziativa arriva dopo gli ultimi due episodi di razzismo che si sono registrati negli stadi: uno in Serie A, durante Udinese-Milan con vittima il portiere francese del Milan Mike Maignain, e uno nella Serie B inglese (la Championship) durante la partita tra il Coventry e lo Sheffield Wednesady, che ha visto suo malgrado protagonista il centrocampista inglese Kasey Palmer.

Thuram e il ruolo chiave dei giocatori

Tra i principali sostenitori di questa proposta c’è l’ex giocatore francese Lilian Thuram, da anni impegnato nella lotta al razzismo anche attraverso la propria fondazione, la Lilian Thuram Foundation, che promuove un’educazione e una cultura anti-razziste.

Thuram, nel suo discorso, ha sottolineato come spesso per i calciatori di colore sia complicato denunciare e reagire agli episodi di razzismo per timore delle possibili conseguenze. Per questo, ha spiegato Thuram citando quanto è stato scritto nell’accordo, è importante chiedere misure più severe e decisive da parte delle autorità, impegnandosi anche nell’educare i tifosi e spingendo a loro volta i giocatori a usare la propria visibilità e il proprio appeal mediatico e sociale per accelerare il processo di costruzione di una società anti-razzista e non discriminatoria, denunciando apertamente i casi di razzismo.

Oltre a Thuram, tra i giocatori più noti che hanno partecipato alla conferenza e hanno firmato la dichiarazione di intenti c’erano Thierry Henry, Viv Anderson, Anthony Elanga, Robert Pires, Callum Hudson-Odoi, John McGovern, Zé Maria, Jason Lee, Olivier Dacourt, Taiwo Awoniyi e Paul Elliott.

Il modello Mls

L’accordo vuole seguire l’esempio di quello messo in atto da un gruppo di giocatori della Mls, il campionato di calcio maschile americano.

Nel 2020 è nata la Black players for change, un’associazione indipendente di cui fanno parte giocatori, allenatori e membri degli staff delle squadre di Mls e che si è data l’obiettivo di combattere il gap razziale che esiste nella società americana. Per farlo vogliono partire dallo sport, ed in particolare dal calcio, per aumentare la sensibilità sul tema sfruttando la propria visibilità e così chiedere azioni e misure concrete per contrastare il razzismo anche fuori dai contesti sportivi.

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