Palestina, armi, crisi climatica, intelligenza artificiale. Dal 17 al 20 ottobre, a Modena la finanza etica protagonista di FestiValori.
Reato di tortura, l’Italia ha la sua legge ma restano i dubbi
A sedici anni di distanza, i drammatici fatti del G8 di Genova del 2001 sono tornati prepotentemente d’attualità nei giorni scorsi per molteplici motivi. Proprio in coincidenza con l’anniversario della morte di Carlo Giuliani durante gli scontri del 20 luglio, infatti, alcuni tra i condannati per i pestaggi ai manifestanti alla caserma Diaz venivano reintegrati
A sedici anni di distanza, i drammatici fatti del G8 di Genova del 2001 sono tornati prepotentemente d’attualità nei giorni scorsi per molteplici motivi. Proprio in coincidenza con l’anniversario della morte di Carlo Giuliani durante gli scontri del 20 luglio, infatti, alcuni tra i condannati per i pestaggi ai manifestanti alla caserma Diaz venivano reintegrati in Polizia, allo scadere dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici ai quali erano stati condannati come pene accessorie: tra loro anche alti dirigenti e capireparto della celere. Il tutto mentre, in una intervista a Repubblica, l’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli ammetteva: “Quel G8 fu una catastrofe. Alla Diaz e a Bolzaneto, ci fu tortura”. Peccato che il reato di tortura sia stato inserito ufficialmente nel codice penale italiano solamente pochi giorni fa, dopo numerosi richiami della Corte europea dei diritti dell’uomo proprio in relazione ai fatti del G8. Anche la nuova legge, però, ha destato qualche perplessità tra la associazioni che si occupano di diritti civili.
Gabrielli rompe con un passato buio usando termine #tortura per fatti di Genova nel 2001. Ora codici identificativi https://t.co/GzQ4hWGbym pic.twitter.com/vEVSj9sCdk
— Patrizio Gonnella (@PatGonnella) 20 luglio 2017
La nuova legge approvata dall’Italia
ll nuovo testo infatti prevede la reclusione da un minimo di 4 a un massimo di 12 anni per chiunque, con violenze o minacce gravi e con crudeltà, “provochi acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, oppure che si trovi in condizioni di minore difesa”. Nel penultimo passaggio parlamentare alla Camera però è stato inserito un emendamento che configura la violenza come tortura “se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”. Un’altra modifica importante invece, effettuata a tutela delle forze di polizia, esclude dalla legge le sofferenze risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti da parte della Polizia.
Tutte le perplessità sulle modifiche
Quella introdotta dalla prima modifica è una formula giudicata inaccettabile dall’Associazione Antigone e da Amnesty International per “l’accanimento con cui si insiste nel limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo”. Un passaggio che, per esempio, avrebbe reso non immediata la qualificazione di “tortura” proprio per i fatti della Diaz e di Bolzaneto, insieme alla necessità prevista dalla legge dimostrare che le violenze subite abbiamo comportato un “verificabile trauma psichico”. La domanda a questo punto è: se questa legge fosse esistita già nel 2001, sarebbe stata applicabile per i pestaggi del G8? Ma a pesare nei giudizi è anche il fatto che il reato di tortura, inizialmente previsto come reato proprio, ovvero imputabile ai pubblici ufficiali e a chi esercita pubblico servizi, sia invece diventato un reato comune: lo stesso senatore Luigi Manconi, che aveva presentato il testo di legge originario, si è detto deluso perché questo significa “non voler sottolineare i trattamenti inumani o degradanti all’interno di un rapporto di potere profondamente diseguale, di un uso illegittimo della forza, di un abuso di autorità”. In poche parole, una sorta di declassamento della legge.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La strage del 3 ottobre 2013 sembrò poter segnare una svolta nelle politiche migratorie della Ue. Da allora invece ci sono state oltre 30mila vittime.
La proposta punta a ridurre da 10 a 5 gli anni di attesa per richiedere la cittadinanza italiana, fermi restando gli altri requisiti già esistenti.
Entro fine mese vanno presentate 500mila firme, dal 6 settembre ne sono state raccolte oltre 450mila: cosa chiede il quesito referendario e come si firma.
Dallo stop alla filiera della canapa alle detenute madri, passando per la criminalizzazione della resistenza passiva: quello che c’è da sapere.
Il ddl Sicurezza trasforma il blocco stradale in un vero reato ma solo se effettuato con il corpo: una norma su misura che esclude altre categorie.
Intanto, la Camera dei Deputati ha dato l’ok all’art. 18 del ddl sicurezza che criminalizza le infiorescenze della canapa.
La proposta per la cittadinanza ai minori con background migratorio che hanno frequentato la scuola in Italia e su cui la politica ha tanto discusso in estate non è stata approvata dal parlamento.
Il potere d’acquisto degli italiani è pericolosamente in caduta, a causa di inflazione e salari fermi. I dati di Eurostat inchiodano il governo.