L’insospettabile spirito ambientalista della regina Elisabetta, tra api di corte e pellicce sintetiche

Nei suoi 70 anni sul trono britannico, la regina Elisabetta ha conquistato i favori dei cittadini anche per alcune scelte dalla sorprendente attitudine ambientalista.

  • La regina Elisabetta II festeggia i suoi settant’anni sul trono del Regno Unito.
  • Da sempre ha un’attitudine attenta agli sprechi, ma di recente ha promesso di agire per abbassare l’impatto ambientale degli spostamenti della famiglia reale.
  • Buckingham palace custodisce il più grande giardino privato di Londra, dotato anche di quattro arnie.
  • Nel 2019 la regina è stata apprezzata dalle ong animaliste per la sua scelta di indossare soltanto pellicce sintetiche.

È il mese di ottobre del 2021, si avvicina la Cop26 di Glasgow e nell’aria si percepisce una certa tensione. “Ancora non so chi parteciperà. Non ne ho idea. Sappiamo soltanto chi non ci sarà. È davvero irritante quando parlano, ma non fanno nulla”. A parlare potrebbe essere Greta Thunberg o qualche altro attivista, invece è la regina Elisabetta II d’Inghilterra, padrona di casa dell’evento, a cui interverrà con un videomessaggio che ribadisce lo stesso concetto: “Non è più il tempo delle parole, è il tempo dell’azione”. Mentre il Regno Unito è nel pieno del giubileo di platino, la grande celebrazione per i suoi settant’anni sul trono, con l’aiuto del quotidiano britannico The Independent ripercorriamo il rapporto con la causa ambientale. Non manca qualche sorpresa.

Le api di Buckingham palace

Ogni giorno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo si assiepano di fronte ai cancelli di Buckingham Palace per assistere al cambio della guardia. Dietro a quei cancelli si cela un’oasi verde estesa su 17 ettari che una volta l’anno viene aperta al pubblico, su invito, per i celebri party in giardino della regina. Si tratta del più grande giardino privato di Londra, dove vivono 325 specie di piante selvatiche, oltre mille alberi (tra cui 98 platani e 85 specie diverse di quercia) e una trentina di specie di uccelli nidificanti.

In mezzo ai giardini c’è un grande lago, ed è proprio nell’isola al suo interno che sono disposte quattro arnie. È proprio grazie all’incessante opera delle api se i cuochi di Buckingham Palace hanno sempre a disposizione una scorta di miele a km zero con cui confezionare i dolci per la famiglia reale e i suoi ospiti; la produzione si aggira attorno ai duecento vasetti all’anno.

Energia e sprechi della vita di corte

A guardare lo sfarzo di Buckingham palace non si direbbe, ma “la regina ha sempre apprezzato uno stile di vita piuttosto semplice”. Lo assicura Ian Lloyd, fotografo e scrittore che ha immortalato per due decenni i vari membri della famiglia reale britannica, interpellato dall’Independent. Un’attitudine che la regina Elisabetta si porterebbe dietro dagli anni della seconda guerra mondiale. Impossibile sapere se, come si vocifera, ogni sera faccia davvero il giro di Buckingham palace per spegnere le luci nelle stanze vuote. I biografi di corte assicurano però che, a Natale, faccia raccogliere la carta da regali per poi riutilizzarla.

La sua dimora ricava il 40 per cento dell’energia elettrica da due turbine idroelettriche nel Tamigi. Da qualche anno, le vecchie lampadine a incandescenza sono state sostituite dai led e i consumi sono monitorati da contatori intelligenti. Per gli spostamenti, la royal family dispone di una flotta di auto ibride. Certo, resta l’elefante nella stanza: cioè le 3.344 tonnellate di CO2 che la famiglia reale spende ogni anno per i suoi viaggi ufficiali, spesso a bordo di jet privati (le stime sono della Bbc e risalgono al 2018). La regina Elisabetta ha già promesso pubblicamente di “cambiare il modo in cui facciamo le cose”.

regina Elisabetta
La regina Elisabetta in visita ai giardini botanici di Edimburgo © Andrew Milligan – WPA Pool/Getty Images

La regina Elisabetta dice addio alle pellicce

Aneddotica a parte, va da sé che queste scelte diano un contributo minuscolo, anzi infinitesimale, alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Il loro valore è prettamente simbolico. Allo stesso modo di un’altra scelta della regina Elisabetta che ha destato un grande clamore: quella di rinunciare alle pellicce. “Se sua maestà dovrà partecipare a un evento in un clima particolarmente rigido, dal 2019 in poi si farà uso delle pellicce sintetiche per assicurarsi che stia al caldo”, ha scritto Angela Kelly, sua amica e stylist per un quarto di secolo.

La decisione ha incassato il plauso delle organizzazioni animaliste, che hanno colto l’occasione per esortare il governo britannico a essere più coraggioso in merito. Dopo aver messo al bando l’allevamento di animali da pelliccia per motivi etici già nel 2000, sostengono i promotori della campagna Fur free Britain, è giunta l’ora di vietare, una volta per tutte, l’importazione e la vendita di pellicce.

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