Diritti animali

L’Italia vieta l’allevamento di animali per la produzione di pellicce

Da gennaio, allevare animali per le pellicce sarà illegale nel nostro paese. Gli ultimi cinque allevamenti di visoni verranno smantellati entro giugno.

È stata una giornata storica quella del 21 dicembre 2021. La commissione Bilancio del Senato ha infatti approvato un emendamento alla manovra di bilancio 2022 che, a partire dal primo gennaio, vieta l’allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l’uccisione di visoni, volpi, cani procioni, cincillà e animali di qualsiasi specie per ricavarne pelliccia.

Lo hanno reso noto le associazioni che per anni hanno combattuto nella speranza di raggiungere un risultato simile, fra cui Lav, Essere Animali, Humane Society International e Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Una lotta che si era intensificata nel corso della pandemia di Covid-19, quando 440 allevamenti di visoni erano stati colpiti da focolai di coronavirus in Europa e Nordamerica, situazione che aveva spinto il ministro della Salute italiano a varare un’ordinanza che ne imponeva temporaneamente la chiusura.

L’emendamento alla manovra di bilancio

“Sono anni che ci battiamo per la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Abruzzo, prevedendo il recupero e la riabilitazione degli animali che, in questi stabilimenti, vivono spesso in pessime condizioni igieniche, costretti a subire un’angusta cattività in scenari d’inferno”, commenta Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa.

Entro il 30 giugno 2022 gli ultimi cinque allevamenti di visoni della penisola e altre cinque strutture attualmente prive di animali dovranno essere smantellati; saranno concessi indennizzi agli allevatori per un totale di tre milioni di euro e fondi per la riconversione ecologica. Con decreto del ministero della Transizione ecologica e dei ministeri dell’Agricoltura e della Salute, da emanare entro il 31 gennaio, saranno regolate inoltre le modalità per un’eventuale cessione, sterilizzazione e detenzione dei visoni in strutture preferibilmente gestite direttamente da, o in collaborazione con, associazioni animaliste riconosciute.

Una vittoria sul fronte dei diritti animali

“L’Italia è un paese più civile: abbiamo messo la parola fine a un’industria crudele, anacronistica, ingiustificabile che non ha più motivo di esistere in una società dove il valore del rispetto per gli animali, in quanto esseri senzienti, è sempre più diffuso – dichiara Simone Pavesi, responsabile area Moda animal free di Lav –. Il nostro prossimo obiettivo sarà l’estensione del divieto agli allevamenti di animali per produrre pellicce in tutta l’Unione europea, visto che l’Italia si aggiunge oggi ad altri dieci paesi comunitari che hanno già vietato questa crudeltà”. Possiamo iniziare l’anno nuovo festeggiando un passo avanti molto importante nel campo dei diritti animali, nella speranza che non rappresenti solo un traguardo, ma un vero e proprio punto di partenza.

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