
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Due terzi delle autostrade inglesi hanno una colonnina di ricarica rapida. A disposizione degli automobilisti ce ne sono 165.
Ogni automobilista possieda un’auto elettrica, ha oggi a disposizione una colonnina di ricarica ogni 32 chilometri, su tutta la rete autostradale inglese. Inoltre il 92 per cento di queste sono a ricarica rapida, il che significa che il pieno lo si fa in circa 30 minuti.
È quanto reso noto da Rac Foundation, organizzazione che si occupa di ricerca nel mondo della mobilità e che approffondisce le questioni legate all’economia alla sicurezza e all’ambiente delle strade inglesi, che ha analizzato i dati messi a disposizione dal National charge point registry (Registro nazionale dei punti di ricarica).
Nello specifico, almeno per quanto la rete autostradale, sono attivi punti di ricarica su almeno 70 stazioni di rifornimento, che equivale al 72 per cento su un totale di 97. In pratica una colonnina ogni 20 miglia (32 chilometri appunto).
Un risultato raggiunto grazie ad un investimento di 19 milioni di euro nel 2014, che mirava a garantire entro il biennio 2020-21 una distanza di non più di 30 chilometri tra una colonnina di ricarica e l’altra.
“La rete di punti di carica in crescita è una buona notizia, ma ci sono delle condizioni”, fa sapere Steve Gooding, direttore della Rac Foundation. “Anche se molti dei punti di ricarica sono rapidi, ci vorranno almeno 20 minuti per caricare completamente una batteria, sempre che si sia i primi della fila. Ma potrebbe essere un problema se l’auspicata adozione dei veicoli elettrici si materializzasse e ci si trovasse bloccati sul retro di una lunga coda”.
Tenendo conto che ormai tutte le auto elettriche in commercio vanno da un minimo di 60 a più di 200 chilometri di autonomia, risulta che è già oggi possibile andare da Perth a Southtampton senza aver grossi problemi, mentre “potrebbero fare un po’ di fatica da Land’s End a John o’ Groats”, conclude il pragmatico direttore.
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