
L’energia elettrica rinnovabile prodotta dalle celle servirà per alimentare l’impianto di depurazione dell’acqua che serve milioni di cittadini di Londra.
Il solare ha prodotto il 4,3 per cento dell’elettricità del Paese nel 2016. La capacità installata è quasi raddoppiata in un anno.
È stato un anno solare quello appena trascorso, per il fotovoltaico in Giappone. Un vero e proprio boom, che ha visto la quota di questa energia rinnovabile crescere enormemente e passare da un 2,7 per cento nel mix energetico nazionale del 2015 al 4,3 per cento registrato nel 2016.
Lo fa sapere il Renewable Energy Institute, che ha pubblicato i dati resi noti dal Meti (ministero dell’Economia, Commercio e Industria). Nel terzo e quarto trimestre le percentuali sono cresciute addirittura al 5 e al 6 per cento rispettivamente, sottolineando il trend già comunque buono.
Ad oggi le rinnovabili rappresentano il 14,2 per cento del totale di elettricità prodotta nel Paese, con l’idroelettrico che rappresenta la quota più alta, seguito dal solare e dalle biomasse. Negli ultimi anni la potenza installata superava quota 10 GW, mentre per il prossimo anno le analisi parlano di un incremento di almeno 8 GW.
Il Paese nipponico è uno dei leader del mercato fotovoltaico, con aziende storiche produttrici di pannelli solari. Tanto che è proprio Panasonic ad aver superato il record di efficienza per il singolo pannello, con un rispettabilissimo 23,8 per cento. Non solo, la società ha partecipato attivamente alla realizzazione di una smart city energeticamente autosufficiente.
Il Giappone, che per sua natura si trova ad affrontare una mancanza di terreni pianeggianti dove poter installare impianti di grandi dimensioni, ha sviluppato una nuova tendenza nel campo del solare: degli impianti galleggianti, come quello che sorge nella prefettura di Chiba e realizzato da Kyocera: 50 mila pannelli fotovoltaici installati su di una superficie di 180 mila metri quadrati che rendono questo una delle installazioni più grandi al mondo.
Dopo lo shock occorso con l’incidente di Fukushima, il nucleare è entrato in crisi in tutto il Paese, tanto che solo nell’agosto del 2015 la prima centrale ha ripreso a funzionare, mentre ad agosto 2016 erano 3 le centrali in funzione delle 54 ancora operative.
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In mancanza di terreno da destinare a centrali fotovoltaiche, la giapponese Kyocera ha pensato di usare l’acqua. Il risultato è questo.
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