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Nel 2016 sono stati installati 778 MW di nuova potenza da rinnovabili, dati che confermano l’uscita dell’Italia dalla crisi. Ora il mercato è consolidato.
Nel corso del 2016 sono stati installati in Italia 778 megawatt di nuova potenza da rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. I dati confermano un assetto di mercato positivo per l’Italia che, dopo gli anni bui 2012-2015, è finalmente riuscita a trovare un nuovo equilibrio per il settore.
Oggi la filiera industriale delle rinnovabili è più solida, anche grazie a un inevitabile processo di concentrazione degli operatori legato a operazioni di acquisizione. Di fatto siamo davanti a un comparto che vanta una certa prospettiva di stabilità nel tempo, con le conseguenti ricadute positive in termini economici ed occupazionali. Sono alcune delle conclusioni che emergono dall’ultimo Renewable Energy Report redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Ma i 778 MW sono un numero piccolo se paragonato ai 51 gigawatt (GW) di potenza da fonte rinnovabili (33 GW se si esclude l’idroelettrico “storico” installato) e dunque insufficiente a garantire il necessario ricambio e il miglioramento tecnologico degli impianti esistenti. Perché questo avvenga è necessario che si dia avvio al rinnovamento e ammodernamento dei vecchi impianti a fonti rinnovabili. “Servono interventi virtuosi di revamping e di repowering sulla base installata”, ha detto Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group.
La nuova potenza installata nel corso del 2016 è stata di 778 MW, inferiore di circa 112 MW (-12%) a quella dello stesso periodo del 2015, ma superiore di 78 MW di quella del 2014. Complessivamente la potenza installata da rinnovabili ha quindi superato la soglia dei 51 GW.
È il fotovoltaico a guidare la classifica delle installazioni con 369 MW, seguito dall’eolico con 290 MW, mentre le biomasse chiudono con soli 40 MW. Il volume complessivo di potenza fotovoltaica installata a fine 2016 ha raggiunto i 19.261 MW (+24% rispetto all’anno precedente) e il valore del mercato delle nuove installazioni è di 637 milioni di euro: il comparto residenziale ha pesato per oltre 417 milioni (66% del totale), rappresentando il 57% della potenza installata con livelli di costo al kW di circa 2.000 euro.
Per quanto riguarda l’eolico, il volume complessivo di potenza installata superava i 9.450 MW a fine 2016, con un valore di nuove installazioni pari a circa 290 MW (-30% rispetto al 2015) e a 454,5 milioni di euro, oltre il 75% del totale (più di 344 milioni) rappresentati da impianti di taglia superiore a 10 MW. In numero di impianti, però, il 97% delle nuove installazioni riguarda quelli inferiori ai 200 kW, soprattutto a causa del fatto che al di sotto dei 60 KW è possibile accedere direttamente all’incentivo.
Il volume complessivo di potenza idroelettrica installata a fine 2016, invece, era di 18.606 MW, con un valore delle nuove installazioni pari a circa 79 MW, volumi simili rispetto al 2015. Le Regioni più attive risultano essere la Lombardia (13,3 MW), il Piemonte (12,8) e la Valle D’Aosta (8,4). Il valore del mercato delle nuove installazioni è pari a circa 327 milioni di euro, in larga parte attribuibile agli impianti di piccola taglia.
Infine, sommando le diverse tipologie di biomassa utilizzate per la produzione elettrica la potenza cumulata al termine del 2016 ha raggiunto i 4,2 GW, con una crescita di soli 40 MW nell’anno. Il trend di discesa delle nuove installazioni è qui tale da poter parlare di un mercato sostanzialmente fermo.
Le previsioni di mercato per il prossimo quadriennio sono favorevoli. Secondo le stime si prevedono nuove installazioni per 4,4 GW: 2,3 GW nel fotovoltaico, 1,6 GW nell’eolico, 320 MW nell’idroelettrico e 200 MW in tutte le altre fonti (biomasse, geotermia, solare termodinamico a concentrazione).
A questo vanno aggiunte le stime sull’andamento del mercato (dal 2017 al 2025) degli interventi di revamping/repowering, ovvero di ammodernamento e ripotenziamento dei vecchi impianti. Nello scenario ottimistico, sono oltre 9 GW (il 17% del parco installato attuale, escluso l’idroelettrico “storico”) gli impianti che si pensa saranno oggetto di interventi di efficientamento, per un controvalore di investimenti pari a circa 5,5 miliardi di euro; cifre che scendono rispettivamente a 5,8 GW e 2,2 miliardi nello scenario pessimistico.
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