Nell’inverno della crisi energetica, le rinnovabili hanno superato le fossili

Da ottobre a marzo, le rinnovabili hanno coperto il 40% della produzione energetica contro il 37 da fossili. È la prima volta che accade in Europa.

  • Per la prima volta, lo scorso inverno in Europa le rinnovabili hanno superato i combustibili fossili nella generazione di elettricità.
  • Il ritorno al carbone per via della guerra innescata dalla Russia non c’è mai stato.
  • Complici le temperature più calde in inverno, ma fondamentali sono stati i ruoli di governi e cittadini.

Una nuova analisi del think tank energetico Ember rivela che le energie rinnovabili hanno generato più elettricità rispetto ai combustibili fossili durante l’inverno, per la prima volta in Europa. Tutto questo è successo nonostante la crisi energetica che ha caratterizzato l’inverno 2022-2023: la domanda di energia prodotta da combustibili fossili è infatti diminuita del 12 per cento rispetto all’inverno precedente. Invece, le energie rinnovabili hanno prodotto il 40 per cento dell’elettricità dell’Unione europea tra ottobre 2022 e marzo 2023, contro i combustibili fossili fermi al 37 per cento.

E con la produzione di combustibili fossili in calo, le emissioni del settore energetico dell’Ue durante l’inverno sono state le più basse di sempre.

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Due persone guardano i cigni sul lago ghiacciato di Rogowiec, Polonia. sullo sfondo la centrale di Belchatow © Omar Marques/Getty Images

Carbone al minimo storico nel mix elettrico della Polonia

Come sottolinea Ember, la produzione di carbone e gas è diminuita rispetto all’inverno precedente. L’energia da carbone è diminuita dell’11 per cento (-27 TWh) e quella da gas del 13 per cento (-38 TWh). Anche quella da nucleare è diminuita, precisamente di 47 TWh, soprattutto a causa delle centrali fuori uso in Francia. Per quanto riguarda il carbone e il gas, invece, il segno negativo è il risultato del calo del 7 per cento della domanda di elettricità totale nell’Unione europea (-94 TWh), complici i prezzi elevati dei combustibili fossili.

Polonia e Germania, i due maggiori produttori di energia da carbone in Europa, hanno rappresentano da soli il 70 per cento della riduzione di energia prodotta con questo tipo di combustibile. Così facendo, la fonte fossile più dannosa per il clima ha raggiunto un nuovo minimo nel mix elettrico polacco, scendendo per la prima volta sotto i due terzi della generazione di energia.

L’Italia ha registrato il maggior calo assoluto della produzione di gas

L’Italia e la Spagna hanno rappresentato circa i due terzi della riduzione della produzione di gas nell’Ue rispetto all’inverno precedente. Ciò è avvenuto nonostante il sostegno alla produzione con sussidi introdotti per ridurne i costi.

Ma l’Italia, insieme a Finlandia e Ungheria, va in controtendenza con il carbone: questi tre paesi, infatti, al contrario di tutti gli altri, ne hanno aumentato la produzione. Nonostante questo, il generalizzato ritorno al carbone tanto sbandierato durante la crisi energetica innescata dalla guerra non si è mai verificato. Anche perché le centrali riattivate per paura di rimanere senza energia sono state utilizzate mediamente al 27 per cento della loro capacità.

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La domanda di energia prodotta con carbone e gas è scesa del 7% questo inverno © Ember

Le rinnovabili dimostrano che si può abbandonare il carbone

I diffusi tagli alla domanda hanno consentito all’Unione europea di risparmiare elettricità per un valore di 12 miliardi di euro durante l’inverno. In generale, tutti i paesi europei – a eccezione dell’Irlanda – sono riusciti a ridurre del 5 per cento il consumo di energia durante le ore di punta mentre solo la Romania, la Slovacchia e la Grecia hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione volontaria del 10 per cento fissato dalla legislazione di emergenza dell’Ue tra novembre e marzo.

Ember fa notare come queste riduzioni della domanda possano essere in parte attribuite a temperature invernali superiori alla media in tutta Europa, che hanno ridotto la domanda di riscaldamento elettrico. Ma lo stesso think tank a sottolineare che anche le misure di risparmio energetico del governo e l’azione dei cittadini hanno ricoperto un ruolo fondamentale.

“L’Europa ha dovuto affrontare un inverno di crisi, con costi energetici in aumento e problemi di approvvigionamento innescati dall’invasione russa dell’Ucraina”, è stato il commento di Chris Rosslowe, analista di Ember. “L’Europa ha superato quei mesi difficili, ma non può fare affidamento sui tagli della domanda in momenti di emergenza e sul clima mite per gli anni futuri”. L’unica alternativa è quindi abbandonare i combustibili fossili il prima possibile e puntare massicciamente sull’energia da fonti rinnovabili.

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