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Da tre anni i numeri della fame del mondo non accennano a diminuire e non si registrano passi avanti verso gli obiettivi di sostenibilità per il 2030.
In occasione di Expo 2015, le coltivazioni di riso piemontese si trasferiscono in una terrazza immersa nel fitto skyline milanese.
In una città dove grattacieli e architetture tecnologiche la fanno da padrona, i cittadini hanno ormai dimenticato cosa significhi il contatto con la natura e i suoi prodotti. Eppure in una metropoli come Milano esistono dei luoghi nascosti che si prestano perfettamente alla riproduzione delle attività rurali.
Via Tortona, 27 – Superstudio Più. Qui, immersi in uno dei distretti della moda e del design milanese, sorge una terrazza che ospita una tipica risaia della campagna vercellese. Grazie al contributo dell’Associazione Strada del Riso Vercellese di Qualità, insieme al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, alla Provincia di Vercelli, alla Fondazione Pistoletto e Novacivitas, questa location esclusiva è stata trasformata nel “Terzo Paradiso”, nome attribuito anche all’opera di Michelangelo Pistoletto posta al centro del terrazzamento.
“Per me il Terzo Paradiso è il luogo d’incontro tra la campagna e la città, un luogo dove far tornare a comunicare due mondi che si stanno separando e che si conoscono sempre meno”, ha dichiarato Massimo Biloni, direttore generale di Sapise, azienda associata alla Strada del Riso Vercellese di Qualità e protagonista del progetto. E sul filone di Expo 2015 – “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, le risaie in terrazza saranno visitabili dal pubblico durante tutto il periodo dell’esposizione universale.
Le varietà di riso coltivate vanno dal Carnaroli, al Venere, all’Ermes, al San Andrea fino al Carnise, tutte qualità che fanno dell’Italia il paese principe nella produzione di questo cereale consumato in tutto il mondo. E il sistema di irrigazione è assolutamente ecosostenibile perché l’acqua, raccolta all’interno di una caldana, è continuamente riciclata grazie a un meccanismo di incanalamento che, dopo l’allagamento delle piantagioni, riporta il canale alla prima vasca.
La riproduzione di una risaia in un contesto cittadino per eccellenza dimostra il fatto che la natura può integrarsi perfettamente anche nei centri urbani. E l’iniziativa degli abitanti stessi della città deve necessariamente essere il punto di partenza per ripristinare un dialogo tra uomo e natura.
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