Ruanda, il ritorno del rinoceronte nero

Dopo un’assenza durata dieci anni, venti esemplari di rinoceronte nero saranno reintrodotti nel parco nazionale dell’Akagera.

Da circa dieci anni nelle vaste savane del Ruanda non riecheggia il pesante e maestoso incedere senza tempo del rinoceronte nero orientale (Diceros bicornis michaeli), ma ora il gigante sta per tornare. Circa venti esemplari di questo raro e minacciato mammifero, provenienti dal Sudafrica, saranno infatti reintrodotti nel parco nazionale di Akagera entro le prime due settimane di maggio.

Esemplare di rinoceronte nero
Il rinoceronte nero è un enorme mammifero lungo circa 3,5 metri e che può pesare fino a 1.400 chili. Attualmente vivono in Africa circa 5mila rinoceronti neri, la Namibia, dopo il Sudafrica, è uno degli habitat più importanti per questa specie © Cameron Spencer/Getty Images

Il declino del rinoceronte nero

“Uno straordinario ritorno a casa”, così African Parks, organizzazione che coordina i parchi e le aree protette del continente, ha commentato la notizia. Il rinoceronte nero orientale, una sottospecie di rinoceronte nero, è classificato in pericolo critico di estinzione dall’Unione Internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Negli anni Settanta nel parco nazionale di Akagera vivevano oltre cinquanta esemplari di rinoceronte nero, l’ultimo avvistamento confermato risale però al 2007.

Le cause della scomparsa

Leggi anche: che cosa è la megafauna e perché si sta estinguendo come migliaia di anni fa

“I rinoceronti sono uno dei grandi simboli dell’Africa, tuttavia sono gravemente minacciati e sono in declino in molti luoghi del continente a causa del commercio illegale di corni”, ha dichiarato Peter Fearnhead, direttore di African Parks. Gli animali vengono massacrati dai bracconieri ad un ritmo insostenibile per via del loro corno, che la credenza popolare vuole dotato di miracolose (ma inesistenti) proprietà curative. Secondo le stime attuali sopravvivrebbero in tutto il mondo meno di 5mila rinoceronti neri, con soli mille esemplari della sottospecie orientale. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è la decisione del Sudafrica che lo scorso marzo ha revocato il divieto nazionale relativo alla vendita dei corni di rinoceronte.

Mamma rinoceronte con il suo cucciolo
In Africa esistono attualmente due specie di rinoceronte, il rinoceronte nero, gravemente minacciato, e il rinoceronte bianco, il cui numero per ora non è preoccupante © Dan Kitwood/Getty Images

Un’opportunità per la specie

La reintroduzione dei rinoceronti neri programmata nel parco ruandese, rappresenta tuttavia “una significativa opportunità per la loro conservazione”, si legge in un comunicato emesso dal parco di Akagera. Dopo essere stati reintrodotti gli animali non saranno lasciati in balia dei bracconieri, saranno infatti custoditi sia da squadre di ranger supportati da cani anti-bracconaggio, che da un elicottero per la sorveglianza aerea. L’operazione di reintroduzione e protezione è stata possibile grazie all’aiuto economico della Fondazione Howard Buffett, guidata dal figlio del miliardario statunitense Warren Buffett.

Mezzo per il trasporto di rinoceronti
Il trasferimento dei rinoceronti nel parco di Akagera sarà completato entro le prime due settimane di maggio © Chris Jackson/Getty Images

Una risorsa per il Ruanda

Oltre che prezioso per l’equilibrio ecosistemico, il ritorno dei rinoceronti in Ruanda rappresenta anche una grande opportunità economica per il Paese in chiave ecoturistica. “Siamo pronti ad accogliere i rinoceronti e a garantire la loro sicurezza a beneficio del nostro settore turistico e della comunità in generale”, ha dichiarato Clare Akamanzi, amministratore delegato del Consiglio per lo sviluppo del Ruanda. Il ritorno dei rinoceronti segue quello dei leoni nel parco di Akagera, avvenuto nel 2015, dopo quindici anni di assenza dei grandi felini. Ora, finalmente, anche il Ruanda potrà vantare la presenza dei famosi big five africani, ovvero rinoceronte, leone, elefante, leopardo e bufalo.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Un olivastro di migliaia di anni in Sardegna è arrivato terzo agli European Tree of the year awards 2024

Sale sul podio l’olivastro millenario di Luras, in Sardegna, nell’ambito del prestigioso riconoscimento European tree of the year 2024: l’albero italiano ottiene il terzo posto, dietro a “The weeping beach of Bayeux” in Francia e al vincitore “The heart of the garden” in Polonia, quest’ultimo accreditato con quasi 40.000 voti. European Tree of the year