Le scuse del premier olandese Mark Rutte per l’epoca dello schiavismo

A decenni di distanza, il premier dei Paesi Bassi Mark Rutte si è scusato per il ruolo del suo paese nello sfruttamento degli schiavi.

  • Il premier olandese Mark Rutte si è scusato per il ruolo del suo paese nella tratta degli schiavi.
  • Per Human Rights Watch deve essere solo un primo passo.
  • Nel 2021 le scuse alla comunità ebraica per la Seconda guerra mondiale.

“Pensavo che lo schiavismo fosse una storia ormai superata da tempo. Avevo torto. Non possiamo che riconoscere condannare quanto accaduto, e farlo nei termini più chiari possibili, poiché si tratta di un crimine contro l’umanità”. Ad affermarlo è stato il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte. Che nella giornata di lunedì 19 dicembre, a nome dell’intero governo e dello Stato olandese ha dunque presentato le proprie scuse di fronte ai rappresentanti di numerose comunità vittime di episodi di schiavismo.

Da anni Mark Rutte affronta la questione dello schiavismo

Il capo del governo si è rivolto «a titolo postumo a tutti gli schiavi del mondo intero che hanno sofferto, alle loro figlie e ai loro figli, e a tutti i loro discendenti». Si tratta di parole dall’alto valore simbolico, attese da molto, troppo tempo dai tre quarti della popolazione olandese, che risulta oggi di origine surinamese, antillese o indonesiana.

Il premier olandese Mark Rutte
Il premier olandese Mark Rutte © Lisa Maree Williams/Getty Images

La questione è stata d’altra parte affrontata più riprese da Rutte negli ultimi anni. Nell’estate del 2020 una donna di colore aveva cominciato uno sciopero della fame di fronte agli uffici del primo ministro. Quest’ultimo l’aveva incontrata e aveva parlato a lungo con lei, convincendola a interrompere la protesta. Successivamente, il capo del governo olandese si era recato in Suriname, e secondo fonti interne all’esecutivo il viaggio lo avrebbe particolarmente segnato.

“Secoli di oppressione si riverberano sulla società di oggi”

“Secoli di oppressione e di sfruttamento si riverberano ancora oggi sul presente. Negli stereotipi razzisti, nella discriminazione e nel disuguaglianze sociali”, ha aggiunto Rutte. Parole che segnano un cambiamento di rotta diametrale rispetto a quelle pronunciate, soltanto nel 2006, dal suo successore democristiano Jan Peter Balkenende, che ancora parlava di “dinamismo” dei colonizzatori olandesi. Nonché della loro capacità di “guardare al di là delle frontiere”.

Ciò nonostante, secondo l’organizzazione non governativa Human Rights Watch, “questo deve essere soltanto il primo passo”. Anche perché, secondo il governo dei Paesi Bassi, le scuse non saranno accompagnate da risarcimenti ai discendenti delle persone ridotte in condizioni di schiavitù.

Si tratta delle seconde scuse ufficiali da parte di Mark Rutte. Già nel 2021 infatti, si era rivolto alla comunità ebraica, per via del ruolo ricoperto dalle autorità olandesi durante la seconda guerra mondiale, ed il sostegno concesso al governo nazista tedesco di Adolf Hitler.

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