Orto

Sempre più orti urbani, ecco dove e perché

Gli orti urbani sono piccoli appezzamenti di terra che il Comune destina a singoli cittadini o a piccoli gruppi, per coltivarli e farvi crescere frutta e verdura. Ogni città italiana ha i suoi regolamenti, ma in generale la procedura è abbastanza facile: il bando per l’assegnazione degli appezzamenti viene spesso pubblicato online, si fa domanda

Gli orti urbani sono piccoli appezzamenti di terra che il Comune destina a singoli cittadini o a piccoli gruppi, per coltivarli e farvi crescere frutta e verdura.

Ogni città italiana ha i suoi regolamenti, ma in generale la procedura è abbastanza facile: il bando per l’assegnazione degli appezzamenti viene spesso pubblicato online, si fa domanda e si ottengono i propri metri quadri di verde.

Una volta gli orti urbani venivano assegnati ad anziani pensionati ed erano ubicati in zone periferiche e poco servite. Il nuovo orientamento di oggi è invece di incoraggiarli dovunque e per tutte le fasce d’età, tendenza su cui il 22 marzo si farà il punto alla fiera Vita in Campagna che ospiterà il convegno ”Gli orti comunali: un fenomeno sociale in continua espansione” presso il Centro Fiera del Garda a Montichiari.

Il fenomeno è davvero in espansione. Solo nell’ultimo mese moltissimi Comuni e capoluoghi si sono mossi. Gli orti urbani di Modena nasceranno alla Madonnina, un’area di 12mila metri quadrati nella zona del cimitero di San Cataldo, che diventerà un vero e proprio orto urbano da affidare a privati. Gallarate (Va) ha appena pubblicato il bando per l’assegnazione online, possono far richiesta i residenti a Gallarate, maggiorenni, che non godono di altro terreno coltivabile nel Comune. A Genova la Consulta del Verde ha deciso di agevolare la fascia dai 26 ai 30 anni, fino a oggi quella più penalizzata, che ora vede la terra come una nuova risorsa per attivare a fine mese. Ad Alba hanno pubblicato il bando per la concessione di 51 orti urbani con l’obiettivo di valorizzare alcuni spazi verdi della città coinvolgendo famiglie, giovani, anziani. A Potenza i cittadini scendono in campo con il progetto OrtInCittà che porta l’agricoltura in tutta la zona urbana e i futuri responsabili degli orti urbani della città di Potenza sono già stati formati per imparare a pianificare, preparare e lavorare l’orto.

A Napoli hanno pensato agli orti urbani per il recupero dei tossicodipendenti: siglato il protocollo del regolamento per l’affidamento e la gestione degli orti urbani è stato recentemente approvato dal Consiglio comunale di Napoli. A Cagliari si comincia ora, si parte con la sperimentazione a Pirri. La location scelta é il giardino intorno alla ex scuola media di via Zucca. A Sassari ci saranno sette orti urbani in mezzo ai palazzoni: per ora sono piccoli spazi verdi, anonimi, dove nel migliore dei casi viene fatto giusto lo sfalcio dell’erba un paio di volte l’anno, ma presto verranno messi a disposizione di anziani, disoccupati, scuole e associazioni per coltivare appunto ortaggi, fiori e piccoli alberi da frutto su una superficie totale di 37mila e 600 metri quadrati nella valle del Rosello, in via Col di lana, in via Baldedda, in via Cosseddu, via Cedrino, Tana di lu mazzoni, nella valle dell’Eba Giara. A Roma è stata avviata una raccolta fondi per la creazione di orti urbani sull’isola siciliana di Lampedusa, unendo la vocazione agricola con un’occasione di integrazione.

“Da una parte rappresentano un’ottima occasione per le amministrazioni comunali di recuperare aree abbandonate e degradate, rendendole ordinate e produttive, strappandole alla sporcizia e all’incuria – spiega Giorgio Vincenzi, direttore di Vita in Campagna – Per gli anziani costituiscono anche un momento di aggregazione e partecipazione alla vita sociale: mentre si cura il proprio pezzo di terreno lo scambio di consigli e opinioni sono infatti all’ordine del giorno. Oltre alla funzione sociale, non va dimenticata la valenza didattica di queste iniziative”.

“Al nostro progetto nazionale aderiscono decine e decine di grandi città italiane, tra i comuni più operosi segnalo Padova, Genova e Otranto”, dichiara Fabrizio Montepara, presidente di ResTipica, l’associazione costituita dall’Anci per la valorizzazione del patrimonio enogastronimico, ambientale, culturale e turistico dei Comuni aderenti.

“Coltivando orti urbani non solo si risparmia ma si ottengono prodotti a `centimetro zero´, che offrono una qualita’ garantita – aggiunge Giorgio Prosdocimi Gianquinto, docente di Orticoltura all’Università di Bologna e direttore Research Center in Urban Environment for Agriculture and Biodiversity – E se cresce il numero di cittadini interessati, notiamo un deciso aumento di operatori e tecnici ai corsi di formazione a numero chiuso, i posti vanno esauriti in tempi record”.

“Partecipare a un progetto di coltivazione di orti urbani permette non solo di autoprodursi frutta e verdura, con vantaggi per la tavola e il portafoglio – fa notare l’esperta di psicopedagogia Cristina Bertazzoni, docente all’Università di Brescia – ma anche di attivare scambi di saperi frutto di un’attività agricola sviluppata giorno dopo giorno, una base eccellente per costruire valori comunitari.  Va detto però che avere a disposizione un appezzamento di terra e materiali è solo il primo passo: per far funzionare l’orto urbano serve un ‘animatore di comunità’ che funga da stimolatore di aggregazione”.

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