Senegal. Decine di morti e feriti nelle proteste per l’arresto del leader di opposizione Sonko

Dopo le profonde proteste di inizio giugno, il presidente del Senegal ha annunciato che non correrà alle elezioni di febbraio 2024.

  • Ousmane Sonko è stato condannato per corruzione di minori. L’accusa è che si tratti di una sentenza politica.
  • Sonko era considerato la possibile sorpresa delle elezioni presidenziali del 2024 contro l’attuale presidente Macky Sall.
  • Le proteste contro la sua condanna si sono allargate anche fuori dal Senegal. A Milano assaltato il consolato.

Il Senegal è sprofondato nel caos dopo che il leader dell’opposizione Ousmane Sonko è stato condannato a due anni di carcere. Sonko è leader del partito Pastef (Patrioti del Senegal) e negli ultimi anni ha visto aumentare il suo consenso soprattutto tra i giovani senegalesi, per le sue posizioni socialiste e anti-sistema. Nel 2024 in Senegal si terranno le elezioni presidenziali e la sua condanna è stata vista come un tentativo da parte dell’attuale presidente senegalese Macky Sall di metterlo fuori dai giochi. Dopo la sua condanna in migliaia sono scesi nelle piazze per protestare e ci sono stati decine di morti e feriti, mentre la protesta si è allargata anche fuori dai confini, interessando diversi consolati senegalesi come quello di Milano.

L’ascesa di Ousmane Sonko

Il Senegal da decenni è considerato una delle democrazie più stabili dell’Africa. Qui le dittature ultradecennali che hanno interessato e continuano a interessare molti stati post-coloniali non si sono viste e le transizioni di potere sono sempre avvenute in modo tutto sommato pacifico.

La situazione nel paese resta comunque delicata. Circa il 40 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà, un numero che è cresciuto a seguito della pandemia. Il passato coloniale continua a farsi sentire e tra la popolazione resta un sentimento anti-francese a causa della sensazione diffusa che Parigi continui indirettamente a manipolare gli affari locali. Alcuni scandali corruzione e il pugno duro della presidenza di Macky Sall contro le sollevazioni popolari del passato hanno accresciuto il malcontento soprattutto tra i più giovani, che continuano a emigrare in massa dal paese.

Una delle speranze delle nuove generazioni senegalesi è Ousmane Sonko. Politico relativamente giovane, 48 anni, ha fondato il partito Pastef (Patrioti del Senegal) nel 2014 e con il passare degli anni ha visto crescere il suo consenso. Sonko è considerato un politico anti-sistema, con posizioni che si ispirano al socialismo. Per i suoi avversari politici è un populista

Proteste in Senegal
Proteste in Senegal © Matias Chiofalo/Europa Press via Getty Images

Sin dall’inizio ha intrapreso una lotta contro la corruzione dilagante nel paese, ha puntato il dito contro la Francia e le multinazionali che si arricchiscono sulle risorse del Senegal e ha promesso investimenti in educazione e lavoro per dare maggiore speranza ai giovani. Alle elezioni presidenziali del 2019 è arrivato terzo e all’imminente voto del 2024 era considerato una possibile sorpresa, in attesa di capire chi sarà il suo avversario. Sì perché l’attuale presidente Sall sta terminando il suo secondo mandato e la Costituzione non consente di candidarsi per un terzo. Ma Sall ha lasciato intendere a lungo di starci pensando lo stesso, visto che il primo mandato a suo dire non può essere considerato tale viste le contestate elezioni da cui è arrivato.

Il Senegal nel caos

Nel 2021 Sonko è stato accusato di aver stuprato una donna. L’incriminazione ha portato a una destabilizzazione nel paese, con migliaia di persone che sono scese in piazza per accusare la magistratura di essere al soldo del presidente Sall.

Le proteste poi sono scemate, ma si sono riaccese nei giorni scorsi. L’1 giugno infatti un tribunale di Dakar ha condannato Ousmane Sonko a due anni di prigione. Non più per stupro, ma per “corruzione dei giovani”, un cambiamento d’incriminazione che ha fatto riemerge i dubbi si possa trattare di una sentenza politica. Migliaia di persone sono scese in piazza per mostrare solidarietà a Sonko e puntare il dito contro l’attuale presidente Sall, accusato di voler mettere fuori dai giochi il leader di opposizione. Se la condanna venisse confermata nell’eventuale appello, infatti, Sonko non potrebbe correre alle presidenziali del 2024 e Sall avrebbe la strada spianata per un’eventuale rielezione.

A Dakar e nelle altre principali città del Senegal sono stati assaltati edifici e centri commerciali, nelle strade sono stati dati alle fiamme cassonetti e pneumatici. Gli scontri con le forze dell’ordine sono stati violenti ed è arrivata anche la condanna di Amnesty International, visto che i video mostrano l’uso da parte degli agenti di manifestanti come scudi umani. Il bilancio degli scontri è stato molto pesante: 16 morti e centinaia di feriti. Almeno 500 persone sono state arrestate, mentre il ministro dell’interno, Antoine Diome, ha ordinato la sospensione dell’accesso a internet e l’interruzione dei segnali televisivi per limitare la circolazione delle notizie e ostacolare l’organizzazione delle proteste.

La protesta dei consolati 

Con il passare delle ore la protesta si è allargata anche al di fuori del Senegal, interessando i consolati di alcune delle principali città del mondo.

A Milano è stato assaltato il consolato generale senegalese di viale Certosa. Sono state lanciate pietre contro l’edificio, poi i manifestanti hanno fatto irruzione e hanno aggredito il console generale Mamadou Lamine Diouf, urlando cori contro il presidente Macky Sall. Successivamente sono intervenute le forze dell’ordine in tenuta antisommossa per ristabilire l’ordine. Attacchi simili si sono registrati a Bordeaux, Parigi e New York e il Senegal ha deciso di chiudere temporaneamente i suoi consolati in giro per il mondo, per evitare possano esserci altri assalti. 

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