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Come immaginava il futuro dell’auto, cosa ha fatto, cosa non ha fatto e come sarà giudicato per questo. A un giorno dalla sua scomparsa, torniamo al primo giugno, quando Sergio Marchionne ha svelato al mondo il futuro sostenibile di FCA.
“Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che pareva impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio, a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre quello che già conosciamo”. È quanto ha scritto il presidente di FCA, John Elkann, in una lettera inviata ai dipendenti dopo la nomina del successore di Sergio Marchionne alla guida del gruppo, Mike Manley. “Sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato finora”. Ieri, l’inaspettato epilogo.
Qual era il piano industriale a cui fa riferimento nella sua lettera John Elkann? Come immaginava il gruppo FCA Sergio Marchionne nel 2022? La risposta, il primo giugno scorso, a Balocco, una delle ultime apparizioni ufficiali del manager italo-canadese. Ma, soprattutto, il giorno del Capital markets day, il piano industriale 2018-2022 in cui Marchionne ha tratteggiato per l’ultima volta il futuro del gruppo FCA.
Un piano industriale particolarmente significativo, perché in quei 45 miliardi di euro di investimenti, per la prima volta Marchionne ha inserito 9 miliardi dedicati all’elettrificazione, 29 nuovi modelli in tutto che, entro il 2022, cercheranno di colmare il gap tecnologico sulla trazione elettrica e ibrida del gruppo italo-americano. Sorprendendo tutti, lui che sull’elettrico è stato scettico a lungo: forzarne l’introduzione su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta, ripeteva spesso. E per certi aspetti, non aveva nemmeno tutti i torti…
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Il diesel? Destinato a estinguersi. Presto, entro il 2021. Il futuro? Ibrido, elettrico e autonomo. Per anni Marchionne non ha fatto mistero del suo scetticismo sull’elettrico e in genere per la mobilità sostenibile. Eppure, nel suo ultimo piano industriale ha dipinto scenari ben diversi. Un piano fatto di alleanze strategiche – come quella con BMW, o con Delphi, per accelerare gli sviluppi sulla guida autonoma – anche se non sarà facile recuperare il tempo perduto.
Sergio Marchionne, in quel primo giugno, ha spiazzato anche sul tema diesel. I motori a gasolio usciranno dai listini FCA entro il 2021. Una good news attesa da tempo, anche se sono a rischio quegli stabilimenti, soprattutto italiani, attualmente impegnati nella produzione dei motori a gasolio; proprio gli aspetti legati a sindacati e dipendenti sono stati al centro di aspre polemiche fra Marchionne e la forza lavoro. Il diesel verrà sostituito da nuovi modelli ibridi. Anche se qualche veicolo commerciale potrebbe rimanere in produzione.
Di 500 elettrica ce n’era già una; l’aveva fortemente voluta Sergio Marchionne, aveva la missione di conquistare il mercato americano ma nel tempo si è trasformata in un boomerang: per ogni esemplare venduto, FCA perde 14mila dollari, amava ripetere Marchionne a chi gli chiedeva della 500 elettrica. Eppure, qualcosa poi deve averlo convinto a cambiare rotta. Fino ad annunciare che entro il 2020 debutterà anche in Europa una 500 a basse emissioni, con una versione mild hybrid (ossia un ibrido leggero) e una completamente elettrica. Un futuro più virtuoso si profila anche per 500X e 500L, anche loro per la prima volta in versione ibrida.
Meno Fiat, più Jeep. Sergio Marchionne l’ha ripetuto spesso negli ultimi mesi, delineando un futuro dove i brand premium (Alfa, Maserati e Jeep soprattutto) avranno sempre più la priorità in FCA. Nel 2020 sono attesi i modelli ibridi della nuova Jeep Cherokee. Ma anche la versione ibrida plug-in di altri due modelli iconici, Jeep Wrangler e Renegade. Sempre a leggere nel piano industriale FCA 2018-2020 si trovano versioni elettriche di Jeep destinate al mercato cinese, ormai il primo mercato al mondo per l’elettrico.
Vero. L’altra good news – se troverà conferma nei prossimi anni – è che i marchi più legati alla passione in FCA, ossia Maserati e Alfa Romeo, avranno la loro “redenzione”. Nei piani di Sergio Marchionne, Maserati Blue sarà il sub brand che identificherà i nuovi modelli elettrici. Nasceranno nuovi modelli coupé e cabriolet completamente elettrici. Mentre l’ammiraglia Quattroporte e la suv Levante avranno presto le loro versioni ibride plug-in.
Tutte le donne e gli uomini di FCA che hanno trovato in Sergio Marchionne un leader coraggioso, di grande umanità e intelligenza, sono tristi e commossi e si stringono intorno alla famiglia nel ricordarlo con immenso affetto. pic.twitter.com/nXuGS1w4C5
— FCA group (@fcagroup) 25 luglio 2018
Fino a qui l’ultima – impegnativa – eredità di Sergio Marchionne. Adesso tocca al suo successore Mike Manley traghettare FCA verso quel 2022, ormai dietro l’angolo. Ce la farà? Ieri il crollo in Borsa a Milano, ai minimi dall’ottobre 2017. Oggi, un “the day after” in ripresa. L’azzeramento del debito, perseguito con una volontà ferrea – quasi una ossessione – da Marchionne, rimane un fatto certo e positivo. E Mike Manley, anticipatamente nei panni di nuovo amministratore delegato, rassicura. Conferma tutti gli obiettivi del piano industriale al 2022 e disegna una FCA “solida e indipendente”, lanciata – speriamo senza ripensamenti – verso quel viaggio virtuoso tratteggiato da Sergio Marchionne, forse il miglior lascito dopo 14 anni al timone di FCA.
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