![Nel primo semestre 2024 l’Italia ha prodotto più elettricità da rinnovabili che da fonti fossili: non era mai successo](https://cdn.lifegate.it/mMAar3l8572yB0eH2ARLvQ5bgu8=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/energia-idroelettrica-italia.jpg, https://cdn.lifegate.it/MtI4qB8r-2QM1wxlDXfEAwzxsAU=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/energia-idroelettrica-italia.jpg 2x)
Tra gennaio e giugno in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha segnato un +27,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Shuji Nakamura, premio Nobel per la Fisica, è stato a Como in occasione del Festival della Luce. L’inventore dei Led ha svelato a LifeGate come sarà la luce e l’energia del futuro.
Shuji Nakamura, insieme ai colleghi Isamu Akasaki e Hiroshi Amano, ha inventato i Led a luce blu (blue light-emitting diode) nel 1993 e per questo, 21 anni dopo, ha ricevuto il premio Nobel per la Fisica. Una scoperta che si è rivelata sensazionale perché in grado di aumentare l’efficienza energetica e contribuire al taglio della CO2, responsabile dei cambiamenti climatici. Il 5 maggio Nakamura è stato a Como per l’inaugurazione del Festival della Luce (il festival di divulgazione scientifica promosso e sostenuto dall’associazione Città della Luce e organizzato in collaborazione con la Fondazione Alessandro Volta che andrà avanti fino al 25 maggio). In questa intervista ha parlato della diffusione della sua invenzione nel mondo e del futuro del settore energetico e dell’illuminazione.
Partiamo dall’onorificenza che ha ricevuto due anni fa per aver inventato i Led. Cosa ha provato nel momento in cui ha saputo di essere diventato premio Nobel?
Ho inventato i Led nel 1993. Da quell’anno, la stampa e i mezzi d’informazione giapponesi sono venuti a casa mia regolarmente il giorno prima dell’assegnazione dei premi Nobel. Ogni anno dal 1993. La stampa se l’aspettava da tempo, quindi. Per questo non sono rimasto sorpreso. Anche se, visto che sono passati più di 20 anni, iniziavo a pensare che non me l’avrebbero più assegnato.
I Led ci hanno impiegato anni prima di diventare d’uso comune e ancora oggi non sono sufficientemente diffusi. Visto il gap temporale tra scienza e consumo, su cosa è attiva la ricerca nel settore dell’illuminazione oggi e che probabilmente diventerà uno standard tra 20 anni?
Credo che la diffusione lenta sia dovuta al fatto che inizialmente il colore dei Led fosse bianco, ma freddo. Gli europei, invece, amano i colori caldi e quindi nessuno voleva usarli. Ora la luce bianca e calda dei Led ha consentito una loro diffusione in tutto il mondo. Penso che tra 20 anni saranno ancora la forma di illuminazione più efficiente. I Led ora offrono la stessa illuminazione delle vecchie lampadine a incandescenza, ma consumano un decimo. Una lampadina Led può durare fino a quindici anni. Praticamente una vita. Inoltre fa risparmiare sull’utilizzo di risorse e di materie prime. In ogni caso, se dovessi fare una previsione, la luce laser potrebbe essere la nuova forma di illuminazione, ma la ricerca è ancora nella fase iniziale, quindi non credo possa entrare in commercio prima di dieci anni.
Molto spesso si affianca l’efficienza energetica alle fonti rinnovabili. Quando si vuole trasformare un’abitazione in una casa passiva molto spesso si cambia la luce e si installano pannelli solari. Quale sarà l’energia che ci allontanerà definitivamente dai combustibili fossili?
Penso l’idrogeno. Il solare, l’eolico e le biomasse sono ottime tecnologie, ma hanno un grosso problema: non c’è modo di stoccare l’energia. O meglio c’è, ma nel breve periodo. L’unico limite delle rinnovabili è che quando produci l’energia, devi consumarla. Mentre l’energia prodotta attraverso idrogeno può essere stoccata sotto forma di gas per periodi più lunghi. L’idrogeno ha un potenziale più alto come vettore energetico del futuro.
L’idrogeno è già diffuso in Giappone?
Ci sono case automobilistiche, come Toyota, che hanno dato vita a modelli di auto alimentati a idrogeno. In alcuni casi viene usato anche per “accendere” le case, ma è molto costoso e quindi poco popolare.
Che ruolo hanno i Led nel migliorare le condizioni di vita degli 1,5 miliardi di persone che ancora non hanno un accesso costante all’elettricità?
Nelle regioni dove le persone non hanno ancora accesso all’elettricità di solito si usano le lampade a olio. Ma il problema è che dipendono dal cherosene, dal petrolio che risulta essere molto costoso per i paesi in via di sviluppo. Una lampada a cherosene deve essere ricaricata con combustibile per una spesa di 150 dollari all’anno. Ora, però, si ha la possibilità di usare lampade a Led che usano una batteria che si ricarica con l’energia solare durante il giorno. Questo sistema è molto economico e anche pulito. L’acquisto di una lampada si aggira intorno ai dieci dollari, ma sono lampade che durano circa tre anni, quindi tre dollari all’anno. Nel caso in cui riuscissero a durare più a lungo, la spesa annuale sarebbe praticamente pari a zero. Come fossero gratis.
A che punto siamo, invece, con la loro diffusione nei paesi industrializzati?
Questi paesi si stanno convertendo ai Led, anche se gradualmente. Negli Stati Uniti siamo intorno a una diffusione del 5-10 per cento, in Giappone oltre al 50 per cento. Ma nel mio paese c’è stato il terremoto e il disastro nucleare di Fukushima che hanno portato allo spegnimento di tutte le centrali nucleari. Quindi ci siamo ritrovati di fronte a una crisi energetica, praticamente senza energia. Così il governo giapponese ha chiesto a tutti i cittadini di rendere più efficienti gli impianti di illuminazione. Ora molti governi stanno sensibilizzando la cittadinanza all’uso di questa nuova fonte luminosa perché spesso si è portati a scegliere lampadine che costano meno, come quelle a incandescenza… che in realtà durano pochissimo. Al contrario, i Led, a fronte di un costo iniziale più alto, sono molto più convenienti nel lungo periodo. È un sistema che ripaga dell’investimento nel corso degli anni.
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