“Sleep”, la musica per dormire di Max Richter

È risaputo che certa musica classica sortisca effetti rilassanti e, specialmente durante un concerto, può capitare a tutti di addormentarsi. Partendo da questo presupposto, ma anche dalla considerazione che viviamo in una società ipercinetica, il 49enne compositore britannico Max Richter ha scritto un brano della durata di otto ore, intitolato “Sleep”, appositamente per dormire. Per agevolare il sonno,

È risaputo che certa musica classica sortisca effetti rilassanti e, specialmente durante un concerto, può capitare a tutti di addormentarsi. Partendo da questo presupposto, ma anche dalla considerazione che viviamo in una società ipercinetica, il 49enne compositore britannico Max Richter ha scritto un brano della durata di otto ore, intitolato “Sleep”, appositamente per dormire. Per agevolare il sonno, o anche solo per trovare un momento di relax nelle giornate più impegnative.

 

Richter, molto apprezzato per le sue colonne sonore – ricordiamo “Valzer con Bashir” di Ari Folman, con cui ha vinto un European Film Award nel 2007 – e per aver realizzato la musica di serie televisive come “The Leftovers”, presenterà in anteprima mondiale a Berlino “Sleep”, che lui definisce una “ninna nanna per un mondo frenetico”. La performance del pezzo è pensata da mezzanotte alle otto del mattino, per un pubblico sdraiato su comodi letti predisposti in sala, invece che distribuito sui canonici posti a sedere. D’altronde il brano, contraddistinto da parti per pianoforte, archi, voci ed elettronica, è destinato a diventare il più lungo mai composto nella storia della musica classica.

 

Max Richter sleep

 

Durante la composizione di “Sleep”, Richter ha consultato il neuroscienziato americano David Eagleman per saperne di più su come funziona il cervello umano durante il sonno. Già nel 2012 il compositore di origine tedesca aveva trasformato il bestseller di Eagleman “Sum: Forty Tales from the Afterlives” in un’opera da camera. “È davvero un esperimento per cercare di capire come viviamo la musica in diversi stati di coscienza”, spiega Richter. “Il sonno è una delle cose più importanti. Spendiamo un terzo della nostra vita a dormire, ed è una delle mie attività preferite fin da quando ero bambino”. “Non è una novità nella musica – conclude – se guardiamo a John Cage, Terry Riley e LaMonte Young, ma ci stiamo arrivando di nuovo come reazione alla nostra vita accelerata. Abbiamo tutti bisogno del pulsante Pausa”. Nonostante ciò, “Sleep” verrà pubblicato dall’etichetta Deutsche Grammophon anche in una versione ridotta, della durata di un’ora, per un ascolto più attento, o insonne.

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