Sonno nel bambino: ora c’è un consulente per dubbi e problemi

Le fatiche legate al sonno sono in aumento nel bambino. Ma per affrontarle e superarle ora c’è l’aiuto del consulente del sonno.

  • La fase dell’addormentamento è sempre più oggetto di stress in famiglia.
  • Le fatiche legate al sonno nel bambino sono aumentate negli ultimi anni e non vanno sottovalutati.
  • Per risolverli e affrontarli in serenità ora c’è il consulente del sonno, un professionista specifico per queste problematiche.

L’insonnia e i problemi legati al sonno non sono peculiari solo dell’adulto e dell’anziano. Anzi, le fatiche legate alle ore notturne e al necessario riposo che le contraddistingue, diventano assillanti e poco piacevoli soprattutto per le famiglie che si trovano a convivere con neonati o bambini afflitti da questo inconveniente. Si calcola che nel mondo industrializzato il 25 per cento dei bimbi al di sotto dei 5 anni soffra di disturbi del sonno, mentre dopo i 6 anni e fino all’adolescenza la percentuale si attesta intorno al 10-12 per cento.

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L’intervento del consulente del sonno spesso risolve alla base i problemi © Pixabay

Rispetto a cento anni fa i bambini nel mondo occidentale dormono in media 2 ore in menoLe cause principali dei problemi del sonno sembrano essere legate ai ritmi frenetici, all’aumento delle luci artificiali e all’utilizzo sempre più precoce degli strumenti elettronici che hanno causato una discordanza tra quello che dovrebbe essere il ritmo sonno-veglia naturale e le esigenze sociali. Questioni legate al sonno, purtroppo, possono avere effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita del bambino, ma anche su quella dei genitori. Non stupisce, quindi, che queste problematiche costituiscano il fulcro di molte ansie genitoriali e uno dei motivi più frequenti di visita dal pediatra, dal pedagogista o dal neuropsichiatra infantile. E sono proprio i genitori “i guardiani del sonno dei figli” – come afferma Dilys Daws, psicoterapeuta inglese – che si è molto occupata con i suoi libri dei problemi del sonno nella prima infanzia- che devono intervenire e aiutare i bambini a superare questi momenti, così come li aiutano e li accompagnano nel crescere in vista di una futura indipendenza emotiva e psicologica.

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Incubi, risvegli improvvisi, difficoltà ad addormentarsi: nel bimbo sono fenomeni frequenti © Pixabay

Il sonno nel bambino ha un suo consulente

Il viaggio nel sonno del bambino è affascinante e pieno di sorprese. Ed è importante sapere che, per queste problematiche, sono presenti degli specifici consulenti in grado di risolvere disturbi di questo tipo, alleviando la pena dei genitori e del piccolo insonne. Per conoscere meglio gli aspetti salienti della problematica siamo ricorsi all’aiuto di un’esperta: la dottoressa Alessandra Taddeo, pedagogista e consulente del sonno.

Quali sono i problemi più frequenti relativi al sonno e all’addormentamento?
Le difficoltà maggiormente riscontrate, soprattutto nei neonati, sono legate alla routine giornaliera, quindi al ritmo-sonno veglia che, se irregolare o non adeguato alla fascia d’età,  può portare ad addormentamenti lunghi e faticosi, con pianti o resistenze al sonno e continui risvegli o lunghe veglie che portano sia i bambini che i genitori a una forte stanchezza.  Ci sono inoltre altri fattori che possono incidere negativamente sul sonno come i cambiamenti, le fasi di sviluppo – per esempio l’inizio del “gattonamento” – o aspetti emotivi che il bambino metabolizza durante la notte e che producono risvegli o brutti sogni per cui il piccolo richiede la presenza del genitori.  Questi sono esempi generici, ma nelle difficoltà dei bambini si fa rientrare sempre il contesto di vita e le dinamiche familiari quindi sia il problema che la soluzione sono spesso soggettivi. Le fatiche legate al sonno riguardano, comunque, principalmente i bambini nella prima infanzia fino ai tre anni circa, con un picco maggiore nel primo anno di vita.

Chi è e che cosa fa il consulente del sonno?
Si tratta di una figura professionale che aiuta le famiglie che hanno bisogno di riposare meglio a cambiare la situazione per quanto riguarda il sonno dei loro figli. È in grado di identificare quali aspetti vanno cambiati ed elabora un piano personalizzato affinché tutti i membri del nucleo famigliare possano ricominciare a riposare. Insieme ai genitori si cercano soluzioni su misura, affrontando i cambiamenti e le situazioni complesse con consapevolezza e con un lavoro costante supportato, passo dopo passo, dal consulente. La specializzazione in questa materia avviene attraverso master e corsi legata alle professioni di aiuto come pedagogisti, psicologi, medici, consulenti dell’allattamento, ecc.

Come avviene – per sommi capi – l’intervento del consulente nei confronti dei genitori e del bambino?
Sulla base della situazione che si trova davanti, il professionista imposterà la consulenza personalizzata, online o in presenza, in grado di rispettare gli equilibri del bambino e le esigenze di tutti i componenti della famiglia. Non esiste una ricetta magica, ma una specifica per ogni bimbo o famiglia. Il programma, infatti,  terrà conto anche e soprattutto dei genitori, per rispettare i loro desideri coinvolgendoli in esercizi e cambiamenti di routine che diventeranno un aiuto. Le tecniche proposte sono utili per rispondere ai bisogni attuali del nucleo familiare e forniranno competenze e strumenti per fare in modo che i genitori possano agire in autonomia una volta concluso il processo di consulenza.

Ci sono percentuali di insuccesso? E casi in cui si deve ricorrere a terapie farmacologiche come gli ansiolitici per esempio?
Le terapie farmacologiche legate a disturbi del sonno vanno prescritte sulla base di esami e visite mediche specifiche. In questi casi si richiede un lavoro di equipe che comprende più professionisti e, nella prima infanzia, il ricorso ai farmaci riguarda una percentuale minima, quasi nulla dei casi. Sul cambiamento di routine famigliari e l’utilizzo di strategie più adeguate per ottenere un sonno ristoratore, invece, i casi sono sempre in aumento e l’insuccesso è minimo se il consulente riconosce la difficoltà e il genitore si affida mettendo in pratica con costanza e consapevolezza le strategie proposte.

E quelle naturali possono servire?
Per quel che riguarda le terapie naturali – come la melatonina o la camomilla – si tratta di soluzioni che spesso vengono proposte dai pediatri quando i genitori si rivolgono a loro stanchi delle nottate insonni. Ma non c’è nessuno studio scientifico che ne dimostra l’efficacia, anzi con la camomilla bisogna stare attenti a quale si utilizza perché spesso i preparati contengono zuccheri e per i bambini piccoli si ha un effetto eccitante, oltre a non far bene alla salute aumentando il rischio di carie e obesità. L’Organizzazione mondiale della sanità la sconsiglia fino almeno ai sei mesi di vita. La melatonina, invece, è una sostanza prodotta dagli esseri viventi per regolare il ritmo del sonno, ma nei bambini non essendo ancora terminato lo sviluppo dell’epifisi (la ghiandola che rilascia melatonina) è normale che si abbia un sonno irregolare, composto da frequenti risvegli.  Quindi il primo passo è comprendere i motivi del problema e avere la consapevolezza che il ritmo del sonno di un bambino non può essere uguale a quello dell’adulto. Se si incontrano difficoltà con il sonno del proprio figlio è sempre utile confrontarsi prima con un professionista come il consulente del sonno, il quale può dare consigli e soluzioni adeguate e se necessario collaborare con il pediatra.

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I genitori devono essere sempre presenti per i problemi legati all’addormentamento © Pixabay

I consigli da non dimenticare

Nell’ottica di un’efficace prevenzione dei problemi del sonno di neonati e bambini è importante tenere presenti dei consigli fondamentali e importantissimi.

  • Rispettare l’orario per andare a dormire. E’ bene insegnare ai bimbi ad addormentarsi sempre alla stessa ora, adattando i ritmi della famiglia a quelli del piccolo e mai viceversa (se si tiene sveglio il bambino perché uno dei genitori torna tardi, si sposta in avanti l’orario dell’addormentamento, con conseguenti problemi in agguato).
  • Far dormire il bambino sempre nello stesso ambiente (che sia la sua cameretta o quella dei genitori). Ed evitare di farlo addormentare in luoghi diversi, sul divano per esempio o mentre guarda la televisione.
  • Rispettare l’orario dei pasti durante il giorno. Anche se il bambino va al nido cercare di mantenere gli stessi orari del pranzo, merenda e cena, adeguando i nostri ai suoi.
  • Mai usare il tablet o altri dispositivi elettronici dopo cena. Spegnere tutto almeno un’ora prima di andare a dormire. La luce emessa da questi apparecchi provoca una riduzione della melatonina, l’ormone che favorisce l’addormentamento. Ed è basilare tenere tutti gli apparecchi elettronici – come la televisione, il computer e il cellulare – fuori dalla stanza da letto.
  • Evitare sostanze eccitanti dopo le ore 16. Niente thè e niente bevande che possono contenere anche modiche quantità di caffeina. La cioccolata calda prima di dormire va evitata.
  • Scegliere un’alimentazione equilibrata. E’ bene preferire cibi contenenti fibre e triptofano che è un precursore della melatonina, come carni bianche, pesce azzurro, verdure verdi, legumi e cereali. Favoriscono il riposo notturno e sono indicati proprio per i più piccini per il loro contenuto di vitamine, oligoelementi e nutrienti vari.

Da tenere presente, comunque, se il problema diventa insostenibile o si protrae nel tempo, che il ricorso al pediatra, al pedagogista e al consulente del sonno diventa imprescindibile. Ricorrere a improvvisati fai da te, in questi casi, può soltanto servire a peggiorare la situazione sia della famiglia che del piccolo insonne.

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