Lazio: la nuova stazione sciistica sul Terminillo, alla fine, si farà

Respinto il ricorso delle associazioni ambientaliste sul Terminillo. Per loro l’opera sarà dannosa per l’ambiente e per l’orso marsicano.

  • Il Consiglio di Stato ha bocciato i ricorsi delle associazioni ambientaliste contro la nuova stazione sciistica del Terminillo, nel Lazio.
  • Secondo le associazioni il progetto è dannoso per l’habitat dell’orso marsicano perché abbatte 17 ettari di bosco di faggi secolari.
  • Dubbi erano stati espressi anche sulla sostenibilità economica dell’opera: l’impianto è sotto i 1.900 metri e la neve è sempre di meno.

Il monte Terminillo, in provincia di Rieti e per anni in passato meta preferita per gli sciatori della domenica di Roma e dintorni prima di cadere un po’ nel dimenticatoio, avrà la sua nuova stazione montana. Dopo anni di dibattiti e ricorsi (la vicenda ha origine nel 2020), il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore del contestato progetto Tsm2 (Terminillo stazione montana 2, appunto) rigettando le opposizioni delle associazioni ambientaliste e confermando le decisioni precedenti del tribunale amministrativo.

Le associazioni ambientaliste contestavano la prevista eliminazione di 17 ettari di bosco di faggi secolari, la riduzione dell’habitat dell’orso marsicano presente nella zona, e anche l’insostenibilità economica dei nuovi impianti che situati a quote inferiori ai 1900 metri, rischiano di essere poco utilizzabili a causa della copertura nevosa anno dopo anno sempre meno abbondante. Alcune associazioni, come Legambiente, si erano dette non del tutto contrarie all’opera, a patto che essa si limitasse all’ammodernamento delle strutture già esistenti, “eliminando però nuovi impianti in aree ora naturali, per uno sviluppo turistico sostenibile e più efficace della montagna, che tenga conto degli scenari dettati dal cambiamento climatico”. Una proposta rimasta inascoltata.

Le motivazioni del via libera alla stazione sciistica sul Terminillo

Il Consiglio di Stato però ha considerato infondate le contestazioni delle associazioni ambientaliste. Secondo la sentenza infatti gli impianti sciistici “devono essere considerati strutture pubbliche per l’erogazione di un servizio pubblico” e gli interventi previsti di ammodernamento e ampliamenti sono stati giudicati “compatibili con gli obiettivi di conservazione della Zona di protezione speciale (Zps) dei Monti Reatini”. Anche contestazioni relative alla presenza dell’orso marsicano non sono state ritenute rilevanti per le aree specifiche del progetto e inoltre, secondo il Consiglio di Stato, “il piano prevede misure di mitigazione per monitorare la fauna e ridurre l’impatto dell’opera sull’ambiente”.

Il progetto Tsm2 include, da progetto, la ristrutturazione di impianti di risalita in disuso e l’aggiunta di nuove infrastrutture, ammodernamento tecnologico delle strutture esistenti, misure per la sicurezza dal rischio frane e valanghe, un rimboschimento compensativo nelle aree non interessate dagli impianti.

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