Storie di economia circolare, un concorso premia chi le racconta

Per partecipare è necessario realizzare un reportage audiovisivo, fotografico, radiofonico o un testo scritto che racconti una storia di economia circolare. Ai vincitori di ciascuna categoria andrà un premio in denaro.

Nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. L’economia circolare potrebbe essere spiegata così: un sistema economico in grado di rigenerarsi e per cui ogni fine è un nuovo inizio. Progettazione e pianificazione, riciclo e riuso, zero rifiuti e zero sprechi, sostenibilità nell’utilizzo delle risorse e dell’energia sono le parole chiave di questo approccio. LifeGate lo sostiene fin dalla sua nascita: la circolarità è il futuro. E fortunatamente non siamo i soli a credere in questo sistema economico (e a raccontarlo). Il progetto “Storie di Economia Circolare”, ad esempio, nato dalla collaborazione tra il Centro Documentazione Conflitti Ambientali ed Ecodom, consorzio italiano leader nel recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici, raccoglie online, attraverso l’Atlante italiano di economia circolare, tante esperienze esemplari con l’obiettivo di contribuire alla diffusione in Italia di questa cultura mettendo in connessione le imprese e gli utenti.

Storie di economia circolare: un premio per i migliori racconti
Per partecipare al concorso bisogna raccontare una storia di economia circolare attraverso video, foto, radio o scrittura ©Storie di economia circolare

Il concorso Storie di Economia Circolare

Ora questo progetto, che vede tra i partner A Sud, Banca Popolare Etica, Fondazione Ecosistemi e Poliedra, ha indetto un concorso patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ordine dei Giornalisti, per coinvolgere nella riflessione gli operatori dell’informazione, stimolandone la sensibilità e le competenze sull’argomento. Per partecipare si dovrà raccontare una storia di economia circolare (che risponde agli indicatori di circolarità e che potrà essere scelta anche tra quelle raccolte nell’Atlante italiano dell’economia circolare) attraverso uno strumento a scelta fra video, foto, radio e scrittura. Ai quattro vincitori, uno per categoria, sarà riconosciuto un premio in denaro: 3.500 euro per i reportage audiovisivi, 3.000 euro per quelli fotografici, 2.000 euro per i reportage radiofonici e 1.500 euro per i testi. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a professionisti e amatori senza limiti d’età. Il materiale andrà inviato entro il 31 maggio 2018, seguendo le istruzioni del regolamento, all’indirizzo e-mail [email protected]. Le opere verranno selezionate prima tramite un sistema di votazione on line, poi passeranno alla valutazione della Giuria Tecnica di Qualità che potrà anche ripescare alcune storie che non hanno passato la prima selezione.

Un concorso per premiare chi racconta le storie di economia circolare
Nel racconto non contano solo le storie, ma sono importanti anche le persone e il contesto ©Storie di economia circolare

Dalle persone al contesto, i consigli per realizzare le storie

Ma quali sono gli elementi che una buona storia deve avere? Rispondendo a questa domanda, i giurati hanno offerto qualche suggerimento ai concorrenti per realizzare il loro racconto. Se per il regista Andrea Segre in un video reportage non ci si deve fermare ai progetti, ma raccontare anche le persone che ci stanno dietro (chi sono, cosa fanno, non mostrarle come supereroi ma evidenziare anche le difficoltà che hanno dovuto affrontare), per la photo editor Giulia Tornari gli scatti devono raccontare in maniera approfondita territorio, protagonisti, spazi, lavoro, intimità e devono essere selezionate con cura, così come va ben ragionata la loro sequenza. Secondo Florinda Fiamma, giornalista di Radio 3, fondamentale in un audio documentario è raccogliere i suoni del luogo in cui si svolge la storia. E poi avere quella curiosità che permette di trovare argomenti inusuali e di approfondire il racconto. E per la categoria scrittura invece? Il primo requisito secondo Giuseppe Rizzo, giornalista di Internazionale è la chiarezza: chiunque deve essere in grado di capire quello che scriviamo. Anche la storia più personale o il luogo più piccolo possono raccontare un mondo, a patto che si tenga conto del contesto, da raccontare con dati, ricerche e analisi.

 

 

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