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È iniziata la demolizione del più grande stabilimento per la macellazione di carne di cane del Paese, nella città di Seongnam.
Le tradizioni hanno indubbiamente una grande importanza e concorrono alla definizione dell’identità di popoli e culture, sono una sorta di ponte con il passato e ci aiutano a mantenere un legame con le generazioni che ci hanno preceduto. Esistono tuttavia tradizioni fondate su presupposti sbagliati e abbandonarle è segno di progresso morale, una di queste, ad esempio, è il consumo di carne di cane. In diversi paesi dell’Asia orientale la carne di cane è ritenuta una prelibatezza e viene consumata da secoli, soprattutto in Cina. Questa tendenza sta però cambiando e molti asiatici, anche grazie alla crescente diffusione dei cani come animali d’affezione, non vuole più mangiare questi animali. Solo il 30 per cento dei sudcoreani, secondo un sondaggio dello scorso giugno, mangia ancora pietanze a base di cane e circa il 40 per cento ritiene che la loro macellazione dovrebbe essere vietata. Un segno inequivocabile di questo cambiamento è la chiusura del più grande macello per cani della Corea del Sud.
Il 22 novembre sono iniziati i lavori di demolizione del complesso di Taepyeong-dong, nella città di Seongnam, che ospitava almeno sei macelli e dove ogni anno venivano uccisi migliaia di cani, la cui carne riforniva la maggior parte dei ristoranti del Paese. Il provvedimento segue la chiusura del mercato di Moran, nel 2016, anch’esso situato a Seongnam e nel quale veniva venduto circa un terzo della quantità annua di carne canina consumata in Corea del Sud. “È un momento storico – ha commentato la notizia la ong per i diritti degli animali Korea animal rights advocates (Kara) – potrebbe favorire la chiusura di altri macelli in tutto il Paese, accelerando il declino dell’industria della carne di cane”.
Nell’ormai ex mattatoio, secondo quanto riferito dagli attivisti della Humane society international (Hsi), gli animali “vivevano” in condizioni terrificanti. I cani venivano uccisi con scariche elettriche sotto gli occhi degli altri animali e durante un’ispezione numerose carcasse sono state trovate abbandonate sul pavimento. “Sia come cittadina coreana che come attivista per i diritti degli animali – ha affermato Nara Kim, attivista della Hsi Corea – sono profondamente commossa per aver contribuito alla storica chiusura di questo famigerato mattatoio per cani che costituiva una macchia per l’intera città”.
Lo stabilimento di Taepyeong-dong, hanno fatto sapere i funzionari della città di Seongnam, verrà riqualificato e trasformato in un parco pubblico. In quest’area, nella quale hanno trovato la morte centinaia di migliaia di cani, potranno un giorno, forse, correre e giocare altri cani, ormai considerati amici e non più cibo.
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