
Le vittime della stagione di caccia appena conclusa
La stagione venatoria 2018/2019 è terminata con oltre venti morti e decine di feriti, confermando la pericolosità di questo passatempo per la sicurezza pubblica.
La stagione venatoria 2018/2019 è terminata con oltre venti morti e decine di feriti, confermando la pericolosità di questo passatempo per la sicurezza pubblica.
Alcuni hanno condannato, altri sono rimasti in silenzio: la comunità internazionale ha fallito nell’imporre un embargo per la vendita di armi all’Arabia Saudita, mentre in Yemen le bombe made in Italy uccidono ogni giorno.
È di 13 vittime, incluso l’aggressore, il bilancio della sparatoria in un bar di Thousand Oaks, nei pressi di Los Angeles. Ancora ignoto il movente.
Interrotta dopo un quarto di secolo una triste tradizione a New York. Per la prima volta un intero fine settimana è trascorso senza colpi di arma da fuoco.
Secondo fonti siriane, il governo di Assad avrebbe effettuato raid con bombe al cloro nel Ghouta orientale: “Decine di persone soffocate”.
L’ipotesi di Trump per avere scuole più sicure negli Stati Uniti è dare pistole in mano agli insegnanti. Uno scenario che riporta alla mente il corto animato di Michael Moore nel documentario Bowling a Columbine.
Le spese militari italiane sembrano immuni da qualsiasi crisi economica: secondo il rapporto Milex, nel 2018 arrivano a quota 25 miliardi di euro.
Il fondo pensione olandese ABP e il fondo sovrano norvegese fanno un altro passo avanti verso lo stop ai finanziamenti per chi costruisce armi nucleari.
Negli Stati Uniti è facile procurarsi un’arma. È uno dei paesi dove avvengono più sparatorie. Nonostante questo le leggi rimangono invariate: una contraddizione difficile da capire per chi americano non è.
Stop a qualsiasi contributo alle aziende responsabili della morte degli innocenti. L’Italia emana una legge durissima su bombe a grappolo e mine antiuomo.