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È di 13 vittime, incluso l’aggressore, il bilancio della sparatoria in un bar di Thousand Oaks, nei pressi di Los Angeles. Ancora ignoto il movente.
Era mercoledì sera in California quando un uomo incappucciato e vestito di nero ha aperto il fuoco al Borderline Bar & Grill di Thousand Oaks, un locale dove, come ogni settimana, era in corso una festa universitaria. Il tragico bilancio è di 13 morti, incluso l’aggressore. In questo momento la dinamica della sua uccisione non è chiara e le autorità sono del tutto all’oscuro del movente del suo gesto. Non sono ancora state diffuse le sue generalità.
I feriti sono una decina. Nel locale infatti si è scatenato il panico e decine di giovani sono scappati dalle finestre, distruggendole con gli sgabelli del bar.
Le prime telefonate al 911 sono arrivate verso le 23.20 di mercoledì 7 novembre, quando in Italia erano le 8.20 del mattino del giovedì. Tra le vittime, oltre ai ragazzi che si trovavano nel bar, c’è lo sceriffo Ron Helus, che era stato il primo a fare irruzione nel locale. Helus aveva alle spalle 29 anni di servizio e ormai gli mancavano pochi mesi alla pensione. Lascia una moglie e un figlio.
The men and women of the LA School Police Department mourn the tragic loss of @VENTURASHERIFF Sgt Helus and all the innocent victims killed at the Bordeline Bar & Grill shooting. Our thoughts and prayers are with the families of the victims and the entire Ventura County Community pic.twitter.com/FE208l3gTy
— LA School Police (@LASchoolPolice) 8 novembre 2018
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, su Twitter, ha lodato il coraggio e la prontezza delle forze dell’ordine, che si sono presentate immediatamente sul posto.
….Great bravery shown by police. California Highway Patrol was on scene within 3 minutes, with first officer to enter shot numerous times. That Sheriff’s Sergeant died in the hospital. God bless all of the victims and families of the victims. Thank you to Law Enforcement.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 8 novembre 2018
Come specifica l’emittente televisiva Fox, il bar dove è avvenuta la strage è molto popolare per gli studenti della vicina California Lutheran University, ma anche tra quelli di altre università a breve distanza.
Episodi del genere sono un’assoluta eccezione nella vita di Thousand Oaks, una tranquilla città di circa 130mila abitanti della contea di Ventura, che fa parte dell’area metropolitana di Los Angeles. La classifica di Business Insider la colloca al terzo posto tra le città più sicure degli Stati Uniti, con una media annua di 123 crimini violenti su 100mila abitanti.
Per trovare una sparatoria (mass shooting) negli Stati Uniti con un bilancio più grave bisogna tornare indietro di nove mesi, fino al 14 febbraio, quando il diciannovenne Nikolas Cruz ha aperto il fuoco in una scuola superiore di Parkland, in Florida. La cosiddetta “strage di San Valentino” è costata la vita addirittura a 17 persone, adulti e ragazzi. Un massacro che ha sconvolto gli Stati Uniti e non solo, riportando tragicamente di attualità il tema delle sparatorie nelle scuole.
Leggi anche: Proviamo a capire il rapporto fra Stati Uniti e armi da fuoco, per quanto possibile
L’ondata di crimini violenti non si è arrestata. Secondo il Gun Violence Archive, che fa il conteggio di tutte le sparatorie che avvengono negli Stati Uniti, quella di Los Angeles è la 27ma in un mese e dall’inizio del 2018 se ne contano addirittura 307. Risale solo a una decina di giorni fa la strage alla sinagoga Tree of life di Pittsburgh, in Pennsylvania, in cui undici persone sono rimaste uccise. In quel caso, l’attentatore era mosso dall’odio antisemita.
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