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Tassonomia, dagli eurodeputati un primo no a gas e nucleare
Le commissioni Economia e Ambiente hanno bocciato l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia verde. Ora il testo va al voto del parlamento europeo.
- Gli eurodeputati delle commissioni Ambiente ed Economia hanno votato una risoluzione per dire no all’inclusione di gas e nucleare in tassonomia.
- L’inclusione delle due fonti non rispetta, a loro avviso, i criteri indicati dall’articolo 3 del regolamento sulla tassonomia.
- Il testo verrà votato dal Parlamento in assemblea plenaria tra il 4 e il 7 luglio.
Martedì 14 giugno, in una riunione congiunta della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (Econ) e della commissione per l’ambiente (Envi), i deputati europei hanno bocciato la proposta della Commissione europea di includere l’energia nucleare e il gas nella tassonomia europea, cioè nell’elenco delle attività economiche considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.
Gas e nucleare non rispettano gli standard di sostenibilità
Con 76 voti favorevoli, 62 contrari e 4 astenuti, i deputati hanno riconosciuto che gas fossile e nucleare non possono garantire un approvvigionamento energetico sostenibile all’interno della transizione ecologica.
Secondo i parlamentari europei delle due commissioni, in particolare, l’inclusione delle due fonti non rispetta i criteri indicati dall’articolo 3 del regolamento sulla tassonomia approvato nel giugno del 2020. Quest’ultimo stabilisce, infatti, gli standard che occorre soddisfare per considerare ecosostenibile un investimento.
Prossimi passi della tassonomia
La risoluzione adottata il 14 giugno chiede anche che ogni nuovo atto delegato o modifica di una norma simile sia sottoposto prima a una consultazione pubblica e a uno studio d’impatto, sia dal punto di vista ambientale che socio-economico.
Ora il testo dovrà essere sottoposto al voto dell’Assemblea plenaria del parlamento europeo, nel corso della sessione prevista tra il 4 e il 7 luglio. Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno tempo fino all’11 luglio 2022 per decidere se porre il veto alla proposta della Commissione. Se la maggioranza assoluta dei deputati (353) si opporrà alla proposta della Commissione, questa dovrà ritirarla o modificarla.
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