Il presidente dell’Istat lo ha ribadito al Parlamento impegnato nella legge di Bilancio: le liste d’attesa sono troppo lunghe e l’alternativa è il privato.
Lo scorso 26 ottobre, quattro giorni prima del terremoto di 6,5 gradi di magnitudo, il più violento che si ricordi in Italia dal 1980 in poi, che ha distrutto Norcia e i suoi dintorni, il Senato aveva approvato all’unanimità un disegno di legge per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche. Un
Lo scorso 26 ottobre, quattro giorni prima del terremoto di 6,5 gradi di magnitudo, il più violento che si ricordi in Italia dal 1980 in poi, che ha distrutto Norcia e i suoi dintorni, il Senato aveva approvato all’unanimità un disegno di legge per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche. Un raro esempio di assoluto tempismo per la politica italiana, che però dopo il 30 ottobre non ha più avuto riscontro: perché la legge sia definitiva deve essere ancora approvata dalla Camera e tra legge di bilancio in arrivo e pausa dei lavori per il referendum il rischio è che se ne parli direttamente nel 2017.
Il presidente del Consiglio nazionale dei geologi Francesco Peduto e la presidente della Società geologica italiana, Elisabetta Erba lanciano perciò un appello alle istituzioni perché, se da una parte “tutte le forse politiche al Senato hanno espresso la forte consapevolezza della necessità che la ricerca e la formazione nelle scienze geologiche rappresentano un elemento essenziale per la conoscenza e salvaguardia del nostro territorio così esposto ai rischi naturali”, dall’altra “un ulteriore allungamento dei tempi di approvazione del disegno di legge alla Camera dei Deputati rischia di vanificare quanto di buono è stato fatto finora”.
Un punto di partenza per rilanciare la cultura geologica nel paese dei rischi naturali https://t.co/DnKJQJtnTe
— Cons. Naz. Geologi (@cngeologi) 10 novembre 2016
Secondo i geologi l’approvazione definitiva della legge in tempi rapidi sarebbe importante perché avverrebbe “in un periodo che sta mettendo a durissima prova le popolazioni e il patrimonio storico e culturale di una delle aree più belle e preziose del nostro paese e che ha nuovamente riportato al centro dell’attenzione generale la fragilità del territorio italiano e la sua elevata esposizione ai rischi geologici”. La proposta di legge mira a finanziare per un totale di 6 milioni di euro corsi universitari, ricerche per la previsione e prevenzione del rischio geologico e la nascita di nuovi dipartimenti di scienze della terra, affrontando quella che è una grave criticità delle università italiane, che tra blocco del turnover e vincoli numerici ha determinato una notevole contrazione del numero dei dipartimenti di scienze della terra e l’accorpamento con altre discipline.
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