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In Texas, conosciuto più per il petrolio, l’energia eolica si regala a migliaia di utenti grazie a quel 10 per cento di elettricità prodotto dalle turbine.
Pare impossibile, ma la notizia viene da uno degli Stati americani conosciuti più per il petrolio che per le rinnovabili. Come riporta un articolo apparso sul New York Times, alcune compagnie elettriche texane stanno regalando l’energia elettrica dalle 21 alle 6 di mattina a migliaia di utenti.
Questo accade perché gli impianti eolici in funzione nello Stato producono più energia di quanta richiesta, tanto da toccare il 10 per cento dell’energia elettrica di tutto il Paese. Di notte i venti soffiano di più, aumentando di conseguenza la produzione di energia elettrica disponibile.
Ciò comporta un altro aspetto positivo: i prezzi dell’energia all’ingrosso diminuiscono, perché la richiesta si sposta durante le ore nelle quali il prezzo unitario dell’energia è più basso. Inoltre, riporta il quotidiano newyorchese, “incoraggiando il consumo di energia notturno, le utility riducono i costi e gli oneri di gestione che l’eccesso di produzione eolica comporta alla rete”.
Ad oggi il Texas produce metà della propria elettrica da gas, seguito dal carbone (32 per cento) e nucleare (9 per cento). Il restante viene appunto dalle pale eoliche. Come scrive EcoWatch, nonostante lo Stato americano possieda alcune tra le centrali elettriche più inquinanti di tutti gli Usa, è anche quello con la maggior crescita di potenza rinnovabile e di green job, dopo la California. Il vento oggi dà energia a 3 milioni di abitazioni.
Il vento come fonte energetica continua così a crescere. La conferma viene anche dall’ultimo rapporto dell’Ewea (European wind energy assocation): entro il 2030 l’eolico potrebbe diventare la maggiore fonte energetica, superando gas e carbone. “Le installazioni totali in Europa potrebbero raggiungere i 392 GW con 294 GW di impianti onshre e 98 GW di energia eolica offshore”, scrive l’Ewea. “Oggi con 128.8 GW, l’Europa è in grado di soddisfare il 10 per cento dei consumi energetici europeo in un anno normalmente ventilato”.
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