Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Continua la nostra serie di incontri alla scoperta del rapporto fra auto e LifeGater (qui le altre prove su strada che abbiamo condotto) e questa volta abbiamo coinvolto Cecilia Bergamasco, biologa marina, giornalista LifeGate ed esperta di energie rinnovabili. Come? Chiedendole di salire a bordo della quarta generazione di Toyota Prius, l’ibrida che ha appena compiuto vent’anni
Continua la nostra serie di incontri alla scoperta del rapporto fra auto e LifeGater (qui le altre prove su strada che abbiamo condotto) e questa volta abbiamo coinvolto Cecilia Bergamasco, biologa marina, giornalista LifeGate ed esperta di energie rinnovabili. Come? Chiedendole di salire a bordo della quarta generazione di Toyota Prius, l’ibrida che ha appena compiuto vent’anni (il debutto avvenne proprio nel settembre del 1997). Ma anche l’ibrida più venduta al mondo.
Un colloquio che non poteva non toccare aspetti come le tecnologie energetiche del futuro, la decarbonizzazione e il complesso viaggio della mobilità verso una nuova transizione energetica.
“Ammetto, l’auto non è fra i miei più grandi interessi – confessa Cecilia Bergamasco – da biologa marina amo più della strada amo il mare e i cetacei, da sempre. Scrivo e faccio comunicazione su energia e ambiente da quasi vent’anni con l’obiettivo di rendere il concetto del ‘vivere sostenibile e ridurre gli impatti sull’ambiente’ alla portata di tutti, in primis i miei figli”. Così di rinnovabili, cambiamenti climatici e di quelle affinità fra il silenzio dell’ibrido e la navigazione a vela parliamo a bordo di una Toyota Prius 1.8 VVT-I Hybrid. Ed ecco in un video cosa ne è emerso.
A Cecilia Bergamasco, lo avrete capito, la Prius come “semplice” automobile, seppur ibrida, seppur con un alto tasso di sostenibilità, non interessa troppo. Così le abbiamo chiesto di guardare dentro i numeri emersi da una recente ricerca effettuata dal Center for automotive research and evolution di Roma. L’obiettivo della ricerca è analizzare il “comportamento energetico” della Prius, in particolare per quanto tempo è in grado di viaggiare in modalità “ZEV”, ossia totalmente in elettrico e senza emissioni. “In effetti è un lavoro interessante, perché articolato su lunghi tratti di strada, in diverse condizioni di traffico e utilizzando venti driver diversi. Cosa ne è emerso? Dopo 60 test drive, un mese e mezzo e oltre 2.200 chilometri percorsi, è risultato che, in media, la Prius funziona per il 73,2 per cento del tempo in modalità elettrica, valore che sale al 79,4 per cento si considera la sola guida urbana”. Gli altri dati interessanti emersi dalla ricerca riguardano i consumi medi (3,7 l/100 km) e il rendimento medio del sistema ibrido, pari al 46,3 per cento, un dato fra i più elevati in assoluto.
Chi ama il mare e la vela (come Cecilia) lo sa bene: dopo una quotidianità di ore al volante, di telefonino, di traffico, di fretta e di persone, navigare a vela rasserena. Il silenzio riconcilia. Il fruscio della barca che scivola sull’acqua. La vela che si gonfia sotto il maestrale che soffia fresco. “Certo, sulla Prius non c’è una randa da issare, ma c’è un motore che si spegne. E c’è il silenzio dell’ibrido, una delle sensazioni che mi ha colpito di più”. In effetti quando sulla Prius si seleziona la modalità elettrica (EV-mode) – se il livello di carica delle batterie è adeguato – il motore a benzina si spegne, lasciando al motore elettrico il compito di muovere l’auto. Certo, la velocità è limitata e la durata dell’autonomia in elettrico anche. Ma il silenzio, la tranquillità e l’assenza di emissioni fa sentire in pace col mondo. Come la vela. Tutta noia? Niente affatto. Quando serve più energia sulla Prius basta premere il bottone Power per avere più reattività, sia il motore elettrico sia il “milleotto” a benzina si combinano, “spingono” insieme e l’accelerazione si fa più avvertibile.
Sulle prime spiazza. Poi, dopo un breve tempo per ambientarsi, la Prius diventa accogliente. Rilassante. Non per i materiali particolarmente curati. Non per le plastiche, o per gli accostamenti cromatici. La sensazione riguarda l’impressione che ogni comando sia al posto giusto (solo il freno di servizio a pedale stona un po’). Il grande display è intuitivo, facile da usare e da leggere. La visibilità è buona. L’abitacolo luminoso. “Non avevo mai guidato una Prius e avevo poca dimestichezza col cambio automatico, ma è stato facile e veloce sentirsi a proprio agio” spiega Cecilia Bergamasco. Furbo anche il sistema che ricarica il telefonino per induzione, così si può dire addio a cavetti e caricatori di ogni sorta.
Abbiamo chiesto a Cecilia di farci una classifica di gradimento dei possibili optional disponibili sulla Prius. Ed ecco cosa ne è emerso. Cerchi in lega da 15”? “Non faccio molto caso alle ruote dell’auto”; fari a led autolivellanti? “Questi li vorrei, aumentano la visibilità, specie di notte, il che si traduce in una maggiore sicurezza”; climatizzatore automatico bi-zona? “Non indispensabile ma almeno non si discute con il partner per la temperatura giusta; telecamera e DAB? “Utili entrambi, la prima per le manovre, il secondo perché amo la buona musica e la qualità del digitale è decisamente superiore al normale FM; smartphone wireless charger? “Una volta che ce l’hai il resto ti sembra preistoria”; Safety sense plus? “La sicurezza prima di tutto e in questo pacchetto c’è tutto quello che serve per sentirsi più rilassati alla guida, per me è l’optional migliore”; head up display? “Proiezione di informazioni sul parabrezza, non lo avevo mai visto, non mi convince e poi tutte le informazioni sulla Prius si leggono bene anche sugli strumenti”; sedili anteriori riscaldabili? “Abitassi in Canada forse… “.
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