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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Questa dell’auto elettrica italiana Tua è una bella storia di rilancio di una fabbrica che rischiava la chiusura e di un progetto di innovazione nel settore della mobilità elettrica tutto Made in Italy. Ma soprattutto un nuovo progetto industriale al Sud realizzato grazie all’impegno dei lavoratori e delle istituzioni. Sembrava la solita storia di
Questa dell’auto elettrica italiana Tua è una bella storia di rilancio di una fabbrica che rischiava la chiusura e di un progetto di innovazione nel settore della mobilità elettrica tutto Made in Italy. Ma soprattutto un nuovo progetto industriale al Sud realizzato grazie all’impegno dei lavoratori e delle istituzioni.
Sembrava la solita storia di uno stabilimento in crisi che avrebbe portato al licenziamento di centinaia di operai dell’Italia meridionale. Le perdite economiche nonostante gli aiuti economici e la Cassa integrazione avevano portato l’azienda alla decisione di spostare la produzione in Germania, sede del gruppo che ha acquisito Officine meccaniche (Om), azienda che produce carrelli industriali. Una scelta che stava segnando il destino dello stabilimento di Modugno, in provincia di Bari. I lavoratori cominciano la loro battaglia per salvaguardare i posti di lavoro arrivando all’occupazione della fabbrica. Una situazione che ha portato anche momenti di tensione con l’azienda e le forze dell’ordine. L’impegno dei comuni di Bari e Modugno, della Regione Puglia e dello Stato ha portato a un destino diverso.
È così arrivato l’interesse di un gruppo di investimenti degli Stati Uniti d’America, che ha portato a un protocollo d’intesa con il Ministero dello Sviluppo economico e successivamente al piano di riconversione produttiva. Parte a questo punto la realizzazione del piano industriale di Tua Industries che nasce dalle ceneri della Om, da cui eredita l’esperienza maturata nei motori elettrici dei carrelli elevatori. Con il piano arriva il rientro di quasi duecento operai, con l’obiettivo di aumentare le assunzioni negli anni successivi.
“La lotta della classe operaia ha fatto sì che politica e imprese trovassero una nuova produzione. Questa nuova produzione è stata realizzata: gli operai sono stati capaci di ricollocarsi e adattarsi, di partire con una nuova produzione. La prima auto elettrica prodotta in Italia”, commenta con un linguaggio di altri tempi Domenico Cirasole, in un video in cui si vede un modello della minicar Tua che ha realizzato decine di migliaia di visualizzazioni.
Tua Industries sta lavorando al progetto Ambra, che ha mirato a rendere Tua una minicar dal basso impatto ambientale ma in grado di contenere i costi di produzione. Come scrivono sul sito si tratta di “una soluzione flessibile, semplice, ecologica e conveniente per il trasporto cittadino di persone e cose, con il minor costo possibile dalla fonte di energia alle ruote”. La spiegazione della scelta del nome del progetto è affascinante: “Nel 600 a.C. il filosofo greco Talete scoprì l’elettrizzazione per strofinio dell’ambra, in greco antico ‘elèctron'”.
La piccola auto elettrica italiana, presentata alla Fiera del levante il 9 settembre 2017, è immaginata in particolare per le città, date le dimensioni contenute e una lunghezza che supera di poco i tre metri. Come mostra un’immagine sul sito si immagina un utilizza per le Poste, la Polizia, servizi di spesa veloce e non solo. Quindi grandi aziende ma anche privati che potranno acquistarla su internet.
La citycar Tua ha un telaio in alluminio, un motore elettrico, una batteria da sedici Kilowatt che garantiscono un’autonomia di duecento chilometri. I tempi di ricarica della batteria si aggirano intorno alle otto ore. Risultati che sono stati possibili grazie a un peso di seicento chilogrammi (con la batteria si toccano i settecento) per questa piccola auto elettrica italiana. Spazio per quattro posti nella seconda versione più pesante e lunghezza di circa tre metri, una caratteristica interessante che solo pochi veicolo sono in grado di offrire. In più stiamo parlando di un modello immaginato per una connessione completa con lo smartphone e internet. Tua del progetto Ambra ha tutte le carte per dare un importante contributo allo sviluppo della mobilità elettrica in Italia e non solo.
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