A Londra entra in vigore Ulez, la nuova enorme Ztl. E scoppia la protesta

Dal 29 agosto tutta la Great London è a traffico limitato per l’estensione di Ulez. Un piano che sta causando proteste e sabotaggi.

  • Dal 2019 il centro di Londra è a traffico limitato per i mezzi più inquinanti. Ora l’area è stata estesa.
  • Per i mezzi più vecchi è prevista una tariffa d’ingresso giornaliera di 12,5 sterline. Previsti incentivi per chi cambia veicolo.
  • La destra protesta contro la misura e almeno 300 telecamere di ingresso nella Ulez sono state già sabotate.

A Londra è entrata ufficialmente in vigore l’Ultra Low Emission Zone (Ulez), la zona a traffico limitato per ridurre l’inquinamento delle automobili. I veicoli più inquinanti dovranno pagare una tassa giornaliera di 12,5 sterline per poter circolare in tutta la grande area metropolitana di Londra, dopo che la misura era già in vigore per i quartieri più centrali. Il piano ambizioso del sindaco Sadiq Khan mira a ripulire dallo smog la città di Londra e a ridurre drasticamente le morti di inquinamento. Ma la polemica monta, tra atti di sabotaggio e accuse di elitismo. Intanto la rivoluzione urbana europea dei trasporti va avanti.

Che cos’è Ulez

L’Ultra Low Emission Zone (Ulez), entrata in vigore a Londra il 29 agosto scorso, è la più grande zona a traffico limitato del mondo. La superficie interessata è di 1600 chilometri quadrati, di fatto tutta la Greater London. Un allargamento rispetto all’area precedente inclusa nell’Ulez dal 2019, che riguardava solo i quartieri centrali.

I mezzi a motore che possono circolare liberamente all’interno della nuova Ztl sono gli Euro 3 per motocicli, ciclomotori, tricicli e quadricicli a motore, gli Euro 4 per auto a benzina, furgoni, minibus e altri veicoli specialistici e gli Euro 6 per auto diesel, furgoni, minibus e altri veicoli specialistici. Per gli altri, nessuna possibilità di ingresso a titolo gratuito. L’unica soluzione è pagare una tariffa giornaliera di 12,5 sterline, poco più di 14 euro.

Il piano del sindaco Sadiq Khan prevede una serie di incentivi per chi fosse colpito dalla misura. Per la rottamazione delle automobili non conformi sono stati predisposti incentivi che partono da 2mila sterline a salire fino a 10mila sterline per i furgoni. Oltre a questo, il piano prevede contributi per gli abbonamenti ai parcheggi sui confini dell’Ulez, così da favorire la sosta e l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici.

Polemiche e sabotaggi

L’allargamento dell’Ultra Low Emission Zone è uno dei piani più ambiziosi dell’amministrazione londinese. La città inglese ha un problema non di poco conto con l’inquinamento ed è tra le città che non rispettano i parametri fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo le statistiche negli ultimi tre anni sono morte prematuramente 4mila persone per cause legate all’inquinamento. E da quando nel 2019 il piano è stato implementato nel centro città, i livelli di biossido di azoto dannoso sono crollati drasticamente.

Nonostante i buoni propositi, il piano è finito al centro di profonde polemiche. A portarle avanti è stata principalmente la destra, ma anche alcuni esponenti laburisti, appartenenti cioè allo stesso spettro politico del sindaco Khan. L’accusa è di mettere mano nelle tasche dei cittadini in un momento già difficile dal punto di vista economico, quello derivante dalla pandemia. I veicoli più vecchi sono una prerogativa dei cittadini meno abbienti e dunque saranno proprio loro a dover affrontare le spese legate alla nuova Ztl, accusano i critici. Inoltre si contesta la scarsità degli incentivi, considerati poco vantaggiosi.

Le proteste hanno agitato la città di Londra, arrivando fino al governo nazionale. Il premier conservatore Rishi Sunak è tra gli oppositori al piano, ma non è riuscito a bloccarlo. E negli ultimi giorni hanno fatto sentire la voce anche i cittadini e la politica microlocale. Quest’ultima si è rifiutata di installare i nuovi cartelli di avviso dell’Ulez nei distretti che controlla, mentre tra la popolazione ci sono state sfilate in automobile di protesta a suon di clacson e slogan. Inoltre, sono stati registrati episodi di sabotaggio delle telecamere di controllo all’ingresso della zona a traffico limitato. Come riporta il media inglese The Guardian, sono almeno 300 le telecamere danneggiate finora. E la polizia ha incrementato le risorse per proteggere l’implementazione della nuova Ztl.

Le altre città

L’espansione dell’Ulez a Londra sta suscitando grande attenzione per le polemiche che la riguardano, ma anche per le sue dimensioni, portando alla più grande Ztl al mondo. E il piano non è isolato, visto che nel continente europeo, Italia compresa, sono sempre di più le città che stanno limitando la circolazione dei veicoli o cambiando le abitudini più assodate.

Dal 1 gennaio 2024 Milano diventerà tutta “zona 30”, una riduzione della velocità volta a ridurre l’inquinamento ma anche a salvare quante più persone possibile, mentre la città è sconvolta dalla strage continua di ciclisti. Dal primo ottobre prossimo peraltro il capoluogo meneghino imporrà nuove limitazioni per circolare all’interno dell’Area B e dell’Area C, mentre alla fine del mese aumenteranno anche le tariffe di circolazione. Il passaggio a “zona 30” invece l’ha già fatto Bologna, che ha iniziato la transizione a luglio e arriverà alla limitazione della velocità per tutta la città.

All’estero, Parigi ha annunciato che entro il 2024 il centro diventerà zona a traffico limitato, così da combattere l’inquinamento e favorire pedoni e ciclisti. Sempre il capoluogo francese negli anni scorsi ha già reso operative ampie zone 30, così come successo a Bruxelles. A Barcellona un’enorme area a traffico limitato è stata già realizzata nel 2020 e lo stesso hanno fatto o stanno facendo altre città del continente.  L’Ulez di Londra è insomma solo una piccola tessera di una rivoluzione urbana sempre più grande a base di zone 30 e Ztl, dove lotta all’inquinamento e questioni di sicurezza vanno a braccetto.

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