
Abbiamo scelto e raccolto le 10 notizie più importanti del 2019 dal mondo della sostenibilità, declinata nelle sue sfaccettature ambientali e sociali. Per arrivare pronti al 2020, l’anno in cui si apre il decennio per il clima.
L’acqua “granda” ha severamente colpito la città, registrando punte di 187 centimetri nella notte. Danni difficilmente calcolabili per il patrimonio artistico. Il sindaco Brugnaro “colpa dei cambiamenti climatici”.
Le sirene hanno risuonato a più riprese stanotte a Venezia. Avvisando gli abitanti dell’eccezionalità dell’evento. La marea infatti intorno alle 23:00 del 12 novembre ha raggiunto in alcuni punti della città lagunare i 187 centimetri, come confermato anche dal sindaco Luigi Brugnaro. Un valore poco al di sotto dell’eccezionale acqua alta del 4 novembre 1966, quando la marea raggiunse quota 194 centimetri. Un evento che ha portato il mare a sommergere oltre l’80 per cento della città, complici anche i venti fortissimi di scirocco che hanno spazzato anche l’entroterra. Venti molto simili a quelli che soffiarono lo scorso 29 ottobre e che diedero vita alla tempesta Vaia.
⚠Anche oggi affrontando maree che segnano record negativi. Domani dichiareremo lo stato di calamità. Chiediamo al #Governo di aiutarci, i costi saranno alti. Questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Mose va terminato presto. Domani scuole chiuse a Venezia e isole. pic.twitter.com/iD2Y7mbOBf
— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) November 12, 2019
Le immagini girate dagli abitanti e dai turisti sono sconcertanti e mostrano un città invasa dall’acqua, con le calli diventati veri e propri fiumi. Il sindaco Brugnaro in tarda serata faceva sapere da una Piazza San Marco completamente sommersa, “anche oggi affrontando maree che segnano record negativi. Domani dichiareremo lo stato di calamità. Chiediamo al Governo di aiutarci, i costi saranno alti. Questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Mose va terminato presto”.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Venezia NON è Disneyland (@venezia_non_e_disneyland) in data:
In giornata sia il primo ministro Giuseppe Conte che il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli si recheranno in città, ma i danni sono ingenti e difficilmente calcolabili. Le vittime sono limitate, si parla di due deceduti, un anziano di 78 anni rimasto fulminato a Pellestrina per un corto circuito e un’altra persona deceduta nella stessa isola, forse per cause naturali. Angelo Borrelli, a capo della Protezione Civile, da Venezia sottolinea come “siamo arrivati a 133 morti a causa degli eventi estremi che hanno colpito tutto il territorio nazionale solo nel 2019″.
A Skytg24, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha dichiarato: “È un autentico disastro e ci risolleveremo anche da questo, però Venezia è stata letteralmente messa in ginocchio, Venezia, la città d’arte, il museo Ca’ Pesaro, la Basilica, tutte le attività e le abitazioni. Abbiamo avuto una piena, una marea che la seconda più alta della storia. Tanta acqua, tantissimi danni. Pellestrina sott’acqua, che è una delle isole di Venezia, una persona che ha perso la vita, la spiaggia di Caorle è devastata e anche lì allagamenti, allagamenti e ovviamente inondazione anche a Chioggia, e ci stiamo preparando per la prossima marea che ci sarà questa mattina. Diciamo che la situazione è veramente disastrosa”.
#Venezia è in ginocchio. La Basilica di San Marco ha subito gravi danni come l’intera città e le isole.
Siamo qui con il Patriarca Moraglia per portare il nostro sostegno ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti per superare queste giornate che ci stanno mettendo a dura prova. pic.twitter.com/3Qy7070hZn— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) November 13, 2019
Tra le più colpite la basilica di San Marco, dove sono custodite opere di inestimabile valore. Solo i mosaici, le colonne, i marmi, a contatto con la salsedine subiranno danni ingenti. Si tratta del sesto episodio in ben 1.200 anni. Non solo la parte iniziale della chiesa è stata allagata, ma anche la cripta è stata completamente sommersa.
Ciò che è accaduto a Venezia è una concatenazione di cause. Certo l’alta marea non è inusuale, ma inusuali sono gli eventi eccezionali che continuano a manifestarsi sempre più spesso. In particolare dall’inizio del millennio sono già 11 gli eventi in cui la marea supera i 140 centimetri (valore considerato “eccezionale”). Guardando i dati del centro previsioni e segnalazioni maree si nota come dagli anni ’80 in poi gli eventi eccezionali sono decisamente aumentati, quasi raddoppiando negli ultimi otto anni. Da considerare inoltre che il livello medio dei mari è già aumentato di 35 centimetri dal 1870 ad oggi e che, a causa dei cambiamenti climatici, è previsto aumenterà di altri 11-16 centimetri. Inoltre c’è da considerare la normale subisdenza della laguna, per cui anche Venezia “sta affondando”. Resta da capire, una volta passata la tempesta, cosa si vorrà fare per salvare questa città, tanto unica quanto fragile. Finora le varie soluzioni non hanno, evidentemente, funzionato.
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