
Secondo il primo studio a indagare le cause del crollo della Marmolada, costato la vita 11 persone, l’evento è dovuto in gran parte alle alte temperature.
Abbiamo scelto e raccolto le 10 notizie più importanti del 2019 dal mondo della sostenibilità, declinata nelle sue sfaccettature ambientali e sociali. Per arrivare pronti al 2020, l’anno in cui si apre il decennio per il clima.
Il 2019 sarà ricordato come l’anno della svolta. LifeGate, che si occupa di sostenibilità ormai da vent’anni, ha potuto constatare che non si tratta più di un argomento di nicchia, ma di un tema di fondamentale importanza che ha finalmente trovato il suo spazio all’interno dei telegiornali, sulle prime pagine ma, soprattutto, nelle conversazioni quotidiane delle persone comuni. Nel bene e nel male. Si sono verificati eventi tanto unici quanto dolorosi, infatti: dagli incendi che tuttora stanno devastando l’Amazzonia, l’Australia e le foreste africane all’acqua alta a Venezia, fino alla scoperta che le isole di plastica non si trovano solo nel Pacifico, ma pure nel vicinissimo Tirreno. Per questo, a partire dai giovani, la popolazione mondiale ha “scaraventato via le coperte”, si è alzata dal letto e ha capito che è venuto il momento di agire. Cominciando dalla quotidianità, ma lottando per cambiamenti radicali. Perché è di una svolta epocale che abbiamo bisogno.
Se il 2019 è stato l’anno degli scioperi per il futuro, l’anno in cui la voce degli attivisti ha cambiato il volto delle conferenze istituzionali, l’anno delle proteste dal basso in nome dei diritti umani, il 2020 aprirà quello che Greta Thunberg, così come gli scienziati dell’Ipcc, hanno definito “il decennio per il clima”. Nel 2020 i governi di tutto il mondo dovranno presentare i loro nuovi piani climatici per il 2030. E questa volta non ci sarà spazio per tentennamenti: per evitare le conseguenze più disastrose dei cambiamenti climatici, le emissioni globali di gas ad effetto serra dovranno diminuire del 7,6 per cento ogni anno fino al 2030. Altrimenti, niente sarà più come lo conosciamo. Interi villaggi verranno cancellati dalle carte geografiche, animali come il rinoceronte di Giava o la tartaruga Caretta caretta diverranno un ricordo lontano.
Questo primo gennaio più che mai, quindi, i propositi per l’anno nuovo dovranno essere sinceri e meritevoli di tutto il nostro impegno. Non come la volontà di mettersi a dieta, o di andare in palestra. Perché nella vita, più che la perfetta forma fisica contano gli affetti. Ed è ora che dimostriamo al nostro pianeta tutto l’amore che nutriamo nei suoi confronti.
Nell’attesa di tuffarci in questa nuova, emozionante avventura, ripercorriamo le tappe più importanti del viaggio che stiamo per concludere.
Il primo maggio 2019 il Parlamento del Regno Unito ha dichiarato l’emergenza climatica e ambientale, diventando il primo paese al mondo a farlo. “Non c’è tempo da perdere. Stiamo vivendo una crisi climatica che andrà fuori controllo se non prenderemo subito azioni decisive e rapide”, ha commentato Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, presentando la mozione che è stata approvata senza opposizioni. Dopo il Regno Unito anche l’Irlanda, il Canada, l’Italia ed il Parlamento europeo hanno dichiarato lo stato di emergenza, insieme a molte amministrazioni locali.
La geografia del mar Tirreno sta cambiando per colpa della plastica. Tra la Corsica e l’isola d’Elba esiste, infatti, un nuovo lembo di “terra”: un’isola di plastica, simile a quella presente da anni nell’oceano Pacifico, è stata rintracciata in mezzo al mare. A differenza di quanto accade nel Pacifico, però, i cambiamenti delle correnti fanno sì che il fenomeno non sia permanente. “Si tratta di zone di accumulo temporanee, visibili per periodi che possono andare da qualche giorno a qualche settimana. Soltanto in alcuni casi si arriva a due o tre mesi”, ha precisato François Galgani, direttore dell’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare.
Centinaia di migliaia di persone, forse un milione, sono scese in piazza ad Hong Kong nella giornata di domenica 9 giugno, dando vita ad una delle manifestazioni più importanti dal 1997. La protesta è stata organizzata per opporsi ad un progetto del governo locale, che avrebbe voluto autorizzare le estradizioni verso la Cina. Nonostante la legge non sia stata approvata, gli hongkongers continuano a manifestare contro il governo locale e il crescente controllo di Pechino.
Quest’anno l’umanità ha esaurito il 29 luglio il budget di risorse naturali che il nostro pianeta ci ha messo a disposizione per il 2019. Mai avevamo esaurito il capitale naturale annuale così presto. Considerato il tasso con cui abbiamo terminato le risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni, è come se utilizzassimo quelle di 1,75 pianeti. Avendone solo uno, però, pagheremo lo sfruttamento incontrollato a caro prezzo.
Dopo le foreste boreali dell’Artico, in fiamme con gravissime conseguenze per il clima, l’uomo e la fauna, anche la foresta amazzonica è rimasta vittima degli incendi nel mese di agosto: ne sono scoppiati ben 74mila, con un aumento dell’84 per cento rispetto al 2018. Nello stesso periodo anche l’intera fascia centrale dell’Africa, dove si trova il “secondo polmone verde della Terra”, è stata segnata da una miriade di roghi. A dicembre, invece, è stata la volta dell’Australia, che non sembra potrà liberarsi dalle fiamme neppure con l’arrivo del 2020. Simbolo di questa tragedia sono i koala, centinaia dei quali hanno già perso la vita.
Come abbiamo anticipato, il 2019 è stato l’anno degli scioperi per il clima, i cosiddetti Fridays for future. Ad avere lanciato l’idea è stata la giovane attivista svedese Greta Thunberg che per prima ha scioperato, da sola, davanti al Parlamento svedese nell’agosto del 2018. Un numero crescente di studenti – ai quali si sono poi aggiunti insegnanti e chiunque volesse scendere in piazza invocando azioni contro il riscaldamento globale – ha deciso di imitarla organizzando cortei ogni venerdì, quattro delle quali a livello mondiale. Le più importanti sono state quelle del 20 e 27 settembre che hanno, rispettivamente, aperto e chiuso la Climate action week: con con una mobilitazione totale di circa 7,6 milioni di persone di ogni età, la “settimana di azione per il clima” si è guadagnata il titolo di più grande manifestazione ambientale della storia.
A novembre il ministro dell’Istruzione italiano, Lorenzo Fioramonti, ha rivelato che dal prossimo anno scolastico cambiamenti climatici e riscaldamento globale diventeranno materia di studio nelle scuole, per un totale di 33 ore. Il processo di rinnovamento coinvolgerà tutti gli istituti pubblici; ma non solo: molte materie tradizionali – come geografia, matematica e fisica – saranno studiate in una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile.
Intorno alle 23:00 del 12 novembre, il livello dell’acqua a Venezia ha raggiunto in alcuni punti 187 centimetri, come confermato anche dal sindaco Luigi Brugnaro. Un valore poco al di sotto dell’eccezionale acqua alta del 4 novembre 1966, quando la marea aveva raggiunto quota 194 centimetri. Un evento che ha portato il mare a sommergere oltre l’80 per cento della città, complici anche i fortissimi venti di scirocco che hanno spazzato l’entroterra.
È iniziato tutto nella Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne davanti alla Corte suprema di Santiago del Cile, quando una schiera di ragazze si è riunita per dar vita ad un flash mob femminista. La loro canzone di protesta contro lo stupro e la relativa impunità, intitolata “Un violador en tu camino, el violador eres tú” (Uno stupratore sulla tua strada, lo stupratore sei tu), è poi diventata un inno virale, che riempie e rimbomba nelle piazze di tutto il mondo.
Greta Thunberg è stata nominata persona dell’anno 2019 dalla rivista Time. È la più giovane ad essere mai stata insignita di questo titolo. A causa delle azioni sbagliate intraprese in passato, lei e i suoi coetanei erediteranno un pianeta che sta andando alla deriva. Ma il suo messaggio è chiaro, spiega il Time: bisogna agire ora. Il mondo sta cambiando più velocemente che mai e i giovani sono coloro che rischiano di subire le conseguenze peggiori. Per questo hanno preso in mano le redini del proprio futuro. E si sono lanciati al galoppo nella difesa della Terra.
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