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L’Ispra ha pubblicato il rapporto annuale sulla situazione del clima in Italia. La temperatura media è stata di 1,71 gradi superiore rispetto alla media.
In Italia, nel 2018, la temperatura media annuale ha segnato un nuovo record, con uno scarto di +1.71 gradi centigradi rispetto al valore di riferimento del periodo 1961-1990. Al contempo, le precipitazioni sono risultate più abbondanti del solito. E nel mese di ottobre si è vissuto anche un evento meteorologico estremo, con il passaggio del ciclone Vaia, che ha portato venti fino a 120 chilometri orari e raffiche a 200.
Nuovo record di #caldo in Italia nel 2018: + 1.71°C rispetto alla temperatura media annuale, +1.58 °C per la minima giornaliera. Ottobre 2018 evento estremo #CicloneVaia: venti fino a 120 km/h e raffiche a 200 km/h. Nuovo report @SNPAmbiente sul #clima
➡️https://t.co/4tXjc50Rnl pic.twitter.com/Rd43rgyudz— ISPRA (@ISPRA_Press) 26 giugno 2019
I dati sono contenuti nel XIV rapporto dell’Ispra intitolato “Gli indicatori del clima in Italia”. La fotografia tracciata indica che le conseguenze dei cambiamenti climatici sono ormai visibili chiaramente anche nel nostro paese. Come nel caso del caldo intenso e precoce che stiamo vivendo in questo mese di giugno. Tutti fenomeni che, d’altra parte, sono stati ampiamente previsti dagli scienziati di tutto il mondo.
I dati e le informazioni sul clima dell’Ispra vengono trasmessi all’Organizzazione meteorologica mondiale e contribuiscono a comporre il quadro conoscitivo sull’evoluzione a scala globale. “Se a livello mondiale – si legge nel rapporto Ispra – il 2018 è stato il quarto anno più caldo della serie storica dopo il 2016, il 2015 e il 2017, in Italia il 2018 ha segnato il nuovo record di temperatura media annuale. Tutti i mesi dell’anno ad eccezione di febbraio e marzo sono stati più caldi della norma, con punte di anomalia positiva nel mese di aprile al Centro (+3.74 gradi centigradi) e al Nord (+3.69)”.
A conferma poi del trend di crescita, il documento sottolinea che “il 2018 è stato il 28esimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma”. Inoltre, “quattro dei cinque valori più elevati della temperatura media sono stati registrati negli ultimi cinque anni: nell’ordine, oltre al 2018, nel 2015, 2014 e 2016, con anomalie comprese tra +1.34 e +1.60°C”.
Io il 2003 lo ricordo benissimo e voi? L’Europa occidentale aspetta la più grande ondata di caldo dal 2003 (le vittime furono migliaia) https://t.co/Ea6iLKXa9t via @bi_italia
— V9991 (@village9991) 27 giugno 2019
Tutto ciò per quanto riguarda la temperatura al suolo. Sulla superficie dei mari, i dati risultano perfino più allarmanti: “I valori sono stati nettamente superiori alla norma. Con un’anomalia media di +1.08 gradi rispetto al valore climatologico di riferimento, il 2018 si colloca al secondo posto dell’intera serie storica, dopo il 2015. I valori medi annui della temperatura media superficiale dei mari italiani nel 2018, così ottenuti, sono compresi tra 19.3°C (Mare di Sardegna) e 20.8°C (Ionio). L’anomalia media è stata positiva in tutti i mesi dell’anno; gli scostamenti più elevati dai valori normali sono stati registrati in primavera e in estate, con un picco nel mese di agosto (+2.2 gradi)”.
Infine, sul fronte delle precipitazioni, lo scorso anno esse sono state “moderatamente superiori ai valori climatologici normali. L’andamento nel 2018 è stato tuttavia piuttosto altalenante: marzo, maggio e ottobre sono stati caratterizzati da piogge abbondanti, estese a tutto il territorio nazionale, mentre ad aprile, settembre e soprattutto dicembre le precipitazioni sono state scarse in tutte le regioni”.
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