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I volti delle donne di tutto il mondo per raccontare il loro ruolo nella società in 100 anni di immagini. Grazie agli archivi di National Geographic, alla mostra Women, un mondo in cambiamento la protagonista è la fotografia a tema femminile.
100 anni fa, nel 1920, negli Stati Uniti d’America le donne conquistarono finalmente il diritto al voto, in Italia accadrà soltanto nel 1945. Questa è soltanto una delle date cardine che hanno segnato l’universo femminile nel secolo scorso, ma forse una delle più esplicative di una mostra Women. Un mondo in cambiamento in cui vengono raccontati molti dei grandi mutamenti “rosa” grazie alla potenza degli scatti fotografici. Fino al 17 maggio 2020 a Bologna, nel complesso museale di Santa Maria della Vita l’occasione di girare il mondo attraverso le storie delle cittadine di ogni latitudine.
Donne comuni, lavoratrici, madri, professioniste, ma anche volti noti internazionalmente o per le proprie comunità locali: in mostra a Bologna c’è tutto il pianeta, o quasi, al femminile. L’intenzione infatti è proprio quella di rappresentare il ruolo femminile in modo globale: dunque le conquiste ottenute, ma anche i fallimenti e le privazioni subite ancor oggi dalle cittadine. Lo strumento utilizzato è quello della fotografia: a Santa Maria della Vita sono esposte infatti gli scatti realizzati dai fotografi e dalle fotografe della National Geographic che hanno girato tutto il mondo per immortalare i cambiamenti epocali avvenuti e i fatti quotidiani di ogni popolo negli ultimi 100 anni.
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La mostra è divisa in 6 sezioni perché tante sono le sensibilità e le tematiche prese in esame per raccontare le donne: beauty/bellezza, joy/gioia, love/amore, wisdom/saggezza, strength/forza, hope/speranza. Gli scatti provenienti dal vasto archivio della National Geographic risultano spesso contrastanti e in antitesi tra di loro, generando ancor più la riflessione sulla condizione femminile, così diseguale a seconda del luogo in cui si vive, della religione che si professa, del terreno che si calpesta. Vi troverete ad ammirare con la medesima curiosità immagini festose delle ballerine di samba che si riversano nelle strade durante il carnevale di Salvador da Bahia, ma anche quelle delle raccoglitrici di foglie di the in Sri Lanka. E ancora il ritratto di donna afghana in burqa integrale rosso che trasporta sulla testa una gabbia di cardellini, potente metafora di oppressione, in contrapposizione all’immagine di libertà e bellezza di una ragazza in pausa sigaretta a Lagos, in Nigeria.
In un’ultima sezione della mostra – chiamata portraits/ritratti – c’è anche spazio per un volto femminile a rappresentare il nostro paese: si tratta della Senatrice a vita Liliana Segre, una delle protagoniste ritratte e intervistate da National Geographic per la realizzazione del numero speciale della rivista di novembre 2019, pubblicato ai tempi della prima donna alla direzione del National, Susan Goldberg. Oltre alla signora Segre, vennero scelte per questi scatti intimi e biografici un gruppo iconico di attiviste, politiche, scienziate e celebrità come: Nancy Pelosi, Oprah Winfrey e il Primo Ministro neozelandese Jacinda Ardern.
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Quella a Bologna è un’esposizione da visitare perché offre uno sguardo tutt’altro che celebrativo della donna nel mondo: il lavoro degli artisti e delle artiste in mostra induce a far riflette tutti i cittadini su quanto ancora debba essere fatto per la condizione femminile, specie in alcuni angoli del pianeta.
Women. Un mondo in cambiamento è anche l’occasione per rivedere il capoluogo emiliano e la sede museale situata proprio nel cuore di Bologna: lo splendido complesso monumentale di Santa Maria della Vita, riaperto al pubblico a maggio 2010 in seguito ai restauri, custodisce il famoso Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca. Se non l’avete ancora visto, una delle opere più espressive che la storia dell’arte italiana offra.
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