Deforestazione, lo Sri Lanka vieta le motoseghe e chiude le segherie

Il governo dello Sri Lanka ha deciso di adottare misure radicali per lottare contro la deforestazione. Ai boscaioli concessi 5 anni per cambiare mestiere.

Ogni anno, nello Sri Lanka sparisce all’incirca l‘1,5 per cento delle foreste. Secondo il governo della nazione asiatica, la maggior parte dei danni è opera di trafficanti. E tutto ciò rappresenta una minaccia diretta per la biodiversità, così come per le risorse idriche.

Un piano inedito, radicale e ambizioso

È per questa ragione che il capo di stato Maithripala Sirisena ha deciso di fare della lotta contro la deforestazione una priorità. E di adottare, concretamente, un piano radicale e ambizioso. Il 6 giugno è stata annunciata infatti l’introduzione di uno stop alle importazioni di motoseghe. In una conferenza stampa il politico ha spiegato che la norma sarebbe entrata in vigore la settimana successiva. E che essa sarebbe stata accompagnata dalla chiusura, a termine, delle segherie.

Queste ultime avranno cinque anni di tempo per arrestare le loro attività. Si ritiene in questo modo di aver fornito ai taglialegna e ai boscaioli un periodo sufficiente per trovare un altro impiego.

Maithripala Sirisena sri lanka
Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena ha deciso di adottare misure radicali per lottare contro la deforestazione nel proprio paese © Buddhika Weerasinghe/Getty Images

“Se non agiamo, lo Sri Lanka diventerà un deserto entro 20 anni”

Sul sito internet della presidenza il problema è d’altra parte illustrato a chiarissime lettere: “Se non proteggiamo l’ambiente, il nostro paese diventerà un deserto entro i prossimi 15-20 anni”.

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Così, Maithripala Sirisena – che ricopre anche il ruolo di ministro dell’Ambiente – ha spiegato di puntare ad un’opera di riforestazione che possa far passare la copertura boschiva dall’attuale 28 al 32 per cento del territorio. È in questa stessa ottica che, quattro anni fa, tutti i proprietari di motoseghe sono stati obbligati a registrare il proprio strumento presso gli uffici della polizia. Ciò permise di recensirne in tutto lo Sri Lanka, e in sole tre settimane, ben 82mila.

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