All’Ostiense, uno dei quadranti più dinamici della Capitale, sta partendo un nuovo progetto che punta a migliorare la qualità della vita dei cittadini.
L’amaro italiano più conosciuto al mondo prodotto con spezie equo solidali
Pernod Ricard e Positive Planet insieme per lo sviluppo di un commercio equo in India. Le spezie dell’Amaro Ramazzotti contribuiscono a migliorare la vita dei produttori locali.
È uno dei marchi italiani più conosciuti al mondo. E nell’anno del bicentenario, Amaro Ramazzotti festeggia questa popolarità presentando i primi risultati di un programma di responsabilità sociale d’impresa (Csr) nei confronti dei produttori che forniscono le spezie alla base dell’amaro.
Il progetto è stato presentato dal gruppo Pernod Ricard, proprietario del marchio, e da Positive Planet, ong fondata da Jacques Attali, durante il convegno “Responsabilità sociale d’impresa e cooperazione internazionale attraverso modelli di business inclusivo”.
Avviata nel 2010, la collaborazione con Positive Planet ha permesso di acquistare spezie come il cardamomo, la zedoaria e il chiodo di garofano, da 500 piccoli produttori in Kerala, India. Quest’ultimi hanno potuto così partecipare a programmi di formazione agraria, commerciale e finanziaria, migliorando le proprie entrate e di conseguenza le proprie condizioni di vita.
“Grazie alla collaborazione con Pernod Ricard il progetto avviato in Kerala ha permesso di migliorare la produzione di spezie”, ha raccontato Jacques Attali, economista e fondatore della no profit. “Oltre 2000 persone hanno beneficiato dell’impatto positivo del progetto, più di 500 piccoli agricoltori hanno imparato a gestire un’attività imprenditoriale e sviluppare competenze finanziarie”.
È quella che lo stesso Attali definisce come “Economia Positiva”, in grado cioè di “aiutare coloro che vivranno domani, accompagnando chi non ha i mezzi a migliorare le loro vite e quelle dei loro discendenti, fornendo ai loro figli il miglior ambiente in cui crescere, studiare e sviluppare a pieno il loro potenziale”.
Non solo produzione agricola: grazie alla coltivazione del vetiver, pianta che aiuta a contrastare l’erosione del suolo, circa 40 donne sono state accompagnate nella creazione di microimprese per la produzione di cestini realizzati con le piante coltivate. Questo progetto ha permesso di sostenere economicamente le proprie famiglie, migliorandone le condizioni di vita.
Ecco allora che termini come inclusione finanziaria, collaborazione pubblico-privato, commercio equo diventano i pilastri per un nuovo modello di business che comprenda la creazione di ricchezza per i piccoli produttori locali, rispettando allo stesso tempo l’ambiente e le tradizioni locali.
Esempio tangibile sono i 100 agricoltori indiani che coltivano e vendono le loro spezie per produrre l’Amaro Ramazzotti: nello stabilimento di Canelli vengono lavorate le loro materie prime. Le spezie però non sono le sole a far parte del progetto di collaborazione. Nell’edizione limitata dedicata al bicentenario dell’Amaro, il gruppo ha acquistato esclusivamente zucchero di canna certifcato Fair Trade e proveniente dalla Mauritius.
“Da anni siamo impegnati nello sviluppo di relazioni sostenibili e dell’imprenditoria locale con partner di diversi Paesi, e siamo particolarmente orgogliosi del coinvolgimento dell’Italia in questa iniziativa con uno dei nostri brand più importanti, Ramazzotti”, ha spiegato Noël Adrian, amministratore di Pernod Ricard Messico ed ex ad di Pernod Ricard Italia. “Il progetto Ramazzotti è uno dei migliori esempi di come le partnership tra organizzazioni no profit, aziende private e comunità locali possano davvero supportare l’imprenditoria locale di Paesi in via di sviluppo, creando un modello per un’economia più sostenibile a livello globale”.
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