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La corruzione costa all’economia europea 120 miliardi di euro all’anno confermandosi uno dei problemi più gravi che minacciano la stabilità dell’Unione europea (Ue). Da qui la scelta della direzione generale per gli Affari interni, quello che dovrebbe diventare un ministero degli Interni europeo, di approfondire il tema e pubblicare la prima relazione sulla lotta alla
La corruzione costa all’economia europea 120 miliardi di euro all’anno confermandosi uno dei problemi più gravi che minacciano la stabilità dell’Unione europea (Ue). Da qui la scelta della direzione generale per gli Affari interni, quello che dovrebbe diventare un ministero degli Interni europeo, di approfondire il tema e pubblicare la prima relazione sulla lotta alla corruzione.
La corruzione secondo gli europei
I risultati cambiano molto da paese a paese, così anche le misure da adottare per affrontare il problema. Il rapporto dedica un capitolo specifico per ognuno dei 28 paesi che fanno parte dell’Ue, anche se secondo un sondaggio condotto da Eurobarometro sull’opinione dei cittadini europei sulla corruzione, il fenomeno è percepito come sempre più diffuso (76 per cento, anche se per gli italiani si raggiunge il 97 per cento), mentre per oltre la metà degli europei la situazione è peggiorata nel proprio paese negli ultimi tre anni.
“La corruzione mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche e nello stato di diritto, danneggia l’economia europea e priva gli stati di un gettito fiscale particolarmente necessario. Gli stati membri hanno fatto molto negli ultimi anni per combatterla, ma la relazione odierna mostra che è lungi dall’essere sufficiente” ha detto il commissario per gli Affari interni, Cecilia Malmström durante la presentazione della relazione.
L’Italia non fa abbastanza
Il divario tra i diversi paesi è evidente soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. In Italia, la legge anticorruzione adottata nel novembre del 2012 ci ha fatto fare un passo in avanti decisivo visto che questa contiene politiche volte a prevenire e rendere responsabili anche i pubblici ufficiali e la classe politica. Fino al 2012 il peso della lotta alla corruzione ricadeva quasi interamente sulle spalle della magistratura e delle forze dell’ordine.
Il fenomeno della corruzione in Italia, però, è ancora lontano da essere risolto in modo definitivo. Nonostante gli sforzi, infatti, il nostro paese rimane tra i peggiori in Europa per quanto riguarda i costi diretti legati alla corruzione. In questi giorni è girata la notizia basata su una stima della Corte dei conti che la corruzione italiana sarebbe pari alla metà del totale europeo (60 miliardi di euro), ma l’Ansa ha smentito dopo un lungo e approfondito articolo del Post di Davide De Luca:
Il dato dei 60 miliardi non è, come poi precisato dallo stesso commissario Ue, frutto di uno studio europeo ma è la citazione di una cifra indicata in un documento della Corte dei Conti . Anche questa cifra, come documentato in lungo e documentato articolo su ‘Il Post’, non è frutto di una ricerca specifica ma è solamente una stima, una misura approssimativa. Nulla di più.
L’Ansa, come correttamente il Post aveva riportato, aveva riportato la dichiarazione del commissariato che “la cifra di 60 miliardi di euro della Corte dei Conti sulla corruzione in Italia non è comparabile con quella complessiva di 120 miliardi di euro, come stima per i 28 Paesi Ue, contenuta nel rapporto anticorruzione di Bruxelles”. Ma i giochi ormai erano fatti.
L’88 per cento degli italiani ritiene che il sistema di raccomandazioni sia il modo più semplice per accedere a un servizio che dovrebbe essere pubblico, quindi garantito. La Commissione europea suggerisce di migliorare il sistema di elezione dei funzionari pubblici attraverso l’introduzione di codici etici e di regole per controllare il loro lavoro.
Quello che manca, in generale, è ancora una soluzione al problema del conflitto di interesse, maggiore trasparenza nel sistema di appalti pubblici e rigore nella lotta alla corruzione nel settore privato.
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