Turchia, la polizia irrompe nelle sedi di due emittenti critiche con Erdogan

A pochi giorni dalle elezioni legislative, due tv critiche nei confronti del presidente Erdoğan sono state assaltate e oscurate dalle forze dell’ordine.

Mercoledì 28 ottobre 2015, a quattro giorni dalle elezioni legislative, la polizia turca ha fatto irruzione nelle sedi di due televisioni – Bugün TV e Kanaltürk – considerate vicine alle opposizioni al presidente Recep Tayyip Erdogan. Il tutto è avvenuto mentre le telecamere delle due emittenti trasmettevano in diretta: i poliziotti, in tenuta antisommossa, e dotati di cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, si sono mossi fin dall’alba.

Giunti sul posto, hanno incontrato una strenua resistenza organizzata dai dipendenti e da centinaia di manifestanti (a poche settimane dall’attentato che ha ucciso decine di persone nel corso di un corteo ad Ankara). Dopo alcune ore, gli agenti hanno superato la barriera umana eretta in difesa delle sedi, e attorno alle 16:30 (ora locale) hanno imposto lo stop alle trasmissioni. Numerose persone sarebbero state arrestate.

Entrambi i canali sono di proprietà della società Koza-Ipek, accusata da un giudice turco di “fare propaganda” per conto di Fethullah Gülen, ex alleato di Erdogan che dagli Stati Uniti dirige un’influente rete di Ong, media e imprese considerate “organizzazioni terroristiche” dalle autorità. Tra i mezzi d’informazione controllati ci sono anche due giornali, Bugun e Millet, la cui pubblicazione è stata bloccata in tipografia nella mattinata del 29 ottobre.

Il presidente turco ha in particolare accusato Gülen di costruire “uno stato parallelo” con l’obiettivo di ottenerne la destituzione: per questo sono state moltiplicate negli ultimi tempi le procedure giudiziarie e le azioni contro le realtà che gravitano attorno a Koza-Ipek.

 

Il presidente turco Erdogan ha ordinato l'operazione di polizia contro le tv di opposizione giudicata inaccettabile da numerose Ong ©Gokhan Tan/Getty Images
Il presidente turco Erdogan ha ordinato l’operazione di polizia contro le tv di opposizione, giudicata inaccettabile da numerose Ong ©Gokhan Tan/Getty Images

 

“Le elezioni sono imminenti, ed è possibile che nei prossimi giorni sarà difficile far ascoltare la nostra voce”, ha commentato Selahattin Demirtas, co-presidente del Partito democratico dei popoli (Hdp, formazione politica pro-curda), secondo quanto riferito dall’agenzia Afp. Proprio il voto dei curdi potrebbe essere determinante, dopo l’exploit che l’Hdp ha avuto alle ultime elezioni. “Il potere sta dimostrando cosa ne sarà di questo paese se alle elezioni non si metterà fine all’oppressione”, ha aggiunto Eren Erdem, deputato del partito socialdemocratico Chp.

 

L’Unione europea ha reagito dichiarandosi “preoccupata” dell’intervento della polizia turca, e ha lanciato un appello al “rispetto della libertà di espressione”. “La persecuzione degli organi di stampa critici ha raggiunto un livello estremamente inquietante”, ha dichiarato la Ong Reporter senza frontiere. Emma Sinclair-Webb, dell’associazione Human Rights Watch ha parlato di gesto “senza precedenti dai tempi del colpo di stato militare del 1980”.

 

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