
I dati degli ultimi anni indicano un rallentamento nel processo di transizione energetica in Italia. Il rischio è di mancare gli obiettivi al 2030.
Nel 2014, grazie soprattutto all’eolico offshore, il Paese ha prodotto il 39 per cento dell’energia elettrica nazionale.
La penisola che si affaccia sul Mare del Nord batte un altro record. La Danimarca è il Paese che produce più elettricità al mondo sfruttando il vento e si avvicina a grandi passi verso l’obiettivo posto per il 2020, ovvero produrre la metà dell’elettricità da fonti rinnovabili.
Il risultato è stato raggiunto grazie all’installazione, nel solo 2014, di ben 100 turbine eoliche offshore. Impianti che hanno permesso, nel mese di gennaio dell’anno scorso, di arrivare al 61 per cento del totale.
“Abbiamo stabilito un record unico al mondo”, ha dichiarato, a ragione, il ministro dell’energia Rasmus Helveg Petersen. “Questo dimostra che siamo in grado di raggiungere il nostro obiettivo finale, vale a dire combattere il riscaldamento globale”. La Danimarca punta infatti ad essere indipendente dai combustibili fossili entro i prossimi 40 anni.
Ma c’è un problema. Come riporta Ari Phillips in un articolo pubblicato su Thinkprogess.org, la Danimarca potrebbe trovarsi presto con una sovrabbondanza di energia eolica a buon mercato. In questo modo gli utenti si troverebbero a dover pagare costi più alti per permettere alle compagnie di appianare il divario.
La soluzione potrebbe venire nella vendita dell’energia in eccesso ai Paesi vicini o, come suggerisce il professore di pianificazione energetica Brian Vad Mathiesen, alimentando i sistemi di riscaldamento con l’elettricità, piuttosto che con i combustibili fossili. Certo non tutta l’energia verrà prodotta dal vento. Infatti la nazione otterrà la sua indipendenza energetica grazie a biomassa, solare termico e termovalorizzazione dei rifuti.
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