Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Se fosse una partita di poker, potremmo dire che la Germania ha messo sul piatto tutte le fiches. Il governo tedesco ha infatti confermato un piano d’incentivi ciclopico per promuovere la mobilità sostenibile. Chi acquisterà una nuova vettura elettrica potrà beneficiare da maggio di uno sconto di quattromila euro, mentre optando per un modello ibrido plug-in,
Se fosse una partita di poker, potremmo dire che la Germania ha messo sul piatto tutte le fiches. Il governo tedesco ha infatti confermato un piano d’incentivi ciclopico per promuovere la mobilità sostenibile. Chi acquisterà una nuova vettura elettrica potrà beneficiare da maggio di uno sconto di quattromila euro, mentre optando per un modello ibrido plug-in, vale a dire dotato di un motore termico tradizionale abbinato a un propulsore alimentato da batterie ricaricabili mediante una comune presa domestica, riceverà un bonus di tremila euro.
Gli obiettivi sono chiari: portare il numero delle vetture elettriche circolanti sulle strade tedesche a mezzo milione entro il 2020, partendo dalle circa 50mila attuali. Un piano di sviluppo quantificabile in oltre un miliardo di euro di incentivi e che coinvolge tanto l’autorità pubblica quanto le case automobilistiche, dal momento che il bonus verrà ripartito equamente. A patto, beninteso, che i modelli prescelti abbiano un prezzo che non ecceda i sessanta mila euro. Una scelta volta da un lato a “democratizzare” lo svecchiamento del parco circolante, dall’altro, secondo insistenti voci di corridoio, ad agevolare i marchi nazionali, rallentando la crescita dell’americana Tesla. La casa californiana è infatti presente in Germania solamente con la berlina elettrica Model S, proposta a partire da 82.700 euro, e la crossover – anch’essa elettrica – Model X, con un prezzo base di 96.100 euro. Questo almeno sino al 2018, quando diverrà disponibile la più accessibile Model 3, compatibile con gli incentivi.
Il piano, come dichiarato dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, non si limita alla promozione dei veicoli elettrici, bensì prende in seria considerazione lo sviluppo della rete di ricarica rapida. “Del miliardo di euro stanziato – ha affermato il politico tedesco – almeno trecento milioni, distribuiti nel triennio 2017-2020, saranno destinati al potenziamento delle infrastrutture di ricarica”. Un progetto articolato sul quale è intervenuta in prima persona la cancelliera Angela Merkel, dichiarando alla stampa che “il governo tedesco sta muovendo solamente i primi passi in vista dell’elettrificazione del parco circolante. L’orizzonte futuro, vale a dire dopo il 2019 – quando terminerà la prima tornata d’incentivi, ndr – è ben più ampio e contempla sgravi fiscali rilevanti per i possessori di veicoli a basso impatto ambientale”. Una road map ambiziosa che mira, quando non a replicare, quanto meno ad avvicinare la condizione idilliaca norvegese. Nel paese scandinavo, infatti, non solo le auto elettriche sono esenti dall’iva, dal pagamento della tassa di circolazione e dalle restrizioni al traffico, ma può persino essere ricaricata (quasi) gratuitamente.
Grazie agli investimenti pubblici si prevede che entro il 2019 la Germania potrà contare su 15mila stazioni di ricarica rapida lungo la rete stradale e autostradale, mentre l’amministrazione pubblica potrà avvalersi di oltre 100mila veicoli elettrici in dotazione. Un cambio di passo radicale che, è speranza di tutti, potrebbe avere un effetto domino sul resto dell’Europa, Italia in primis, chiamata a colmare il gap tecnologico e ambientale con la “locomotiva tedesca”.
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