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I segreti per gestire la rabbia in auto

Quando siamo in auto, una partenza lenta al semaforo, una precedenza  non data, un parcheggio soffiato… possono scatenarci – o scatenare ad altri – una tempesta ormonale degna di una lotta, nel paleozoico, contro lo straniero che ha insultato il totem della tribù vicina. Non importa se viviamo nel 21° secolo, la nostra cosiddetta civiltà

Quando siamo in auto, una partenza lenta al semaforo, una precedenza  non data, un parcheggio soffiato… possono scatenarci – o scatenare ad altri – una tempesta ormonale degna di una lotta, nel paleozoico, contro lo straniero che ha insultato il totem della tribù vicina. Non importa se viviamo nel 21° secolo, la nostra cosiddetta civiltà è giovanissima rispetto a meccanismi del cervello consolidatisi nell’arco delle 150.000 generazioni che hanno preceduto gli ultimi 5000 anni di storia.

E allora, mentre stiamo guidando, ogni variante rispetto alle nostre aspettative, desideri, interpretazione del codice della strada, può innescare la miccia che fa esplodere una rabbia esagerata, non congruente con l’evento scatenante. Anche persone considerate tranquille possono rivelare tutto a un tratto un inaspettato risvolto, tra il pittoresco e  il grottesco, esibendosi in gesti, parole e improperi degni di un mercato del pesce in un giorno di scirocco.

In parte, il fenomeno è semplicemente il modo di scaricare la tensione di uno spavento, se c’è stato, ma può anche essere una scusa – inconsapevole – per sfogare emozioni già preesistenti, relative ma tutt’altro. Se lo scatto di rabbia si limita a questo, se nessuno lo ha sentito o se non c’è stata replica sullo stesso piano, può anche essere salutare e liberatorio… ma spesso la forte emozione risveglia, per risonanza e per reazione, uno stato d’animo corrispondente anche nell’interlocutore e il rischio è che l’alterco degeneri, creando conflitti che a loro volta desteranno un malessere ben peggiore di quello causato dell’evento scatenante.

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La rabbia è come un animale incattivito che, una volta stuzzicato, parte per la tangente e può rompere le porte della sua gabbia, mettendo in atto comportamenti che, a freddo, nessuno avrebbe adottato. La rabbia è energia concentrata, come tale ha anche un potere utile e prezioso, ma è, appunto, come un animale selvatico incattivito che non risponde ai comandi se non c’è stato prima un amorevole addestramento. La rabbia non è di per sé qualcosa di brutto o di negativo, lo diventa il momento in cui si scatena senza controllo e diventa distruttiva. Quando invece, viene conosciuta e addomesticata, può diventare una preziosa alleata nella nostra vita quotidiana e possiamo usare la sua energia… nei contesti e nelle direzioni da noi scelte consapevolmente.

Possiamo quindi imparare a “domare” la rabbia, farcela amica, alleata. Per farlo, occorre la stessa pazienza e dedizione che occorre, appunto, per fare amicizia con un animale selvatico, ma i risultati valgono l’impegno. Il primo passo è allenare l’attenzione al proprio sentire, grazie alla pratica della centratura, con qualsiasi metodo si scelga di adottare (yoga, arti marziali, training autogeno, meditazione, green mindfulness).

Con una maggior presenza a ciò che si sente, se ne possono riconoscere le prime avvisaglie. Per “sentire”, occorre propriamente un ambiente favorevole, quindi un’auto silenziosa, confortevole, che ispiri dolcezza, fluidità, rispetto, gentilezza. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui la guida a bordo delle auto ibride è più piacevole, come ha dimostrato uno studio comportamentale commissionato da Toyota. Poi, soprattutto, possiamo onorare il nostro sentire, senza censurarlo, e ascoltarne il messaggio: quando noi ci diamo il diritto di arrabbiarci, quando riconosciamo cosa e perché ha scatenato in noi tale reazione… proprio perché le abbiamo dato il “diritto di esistere”, questa non avrà più così tanto bisogno di esplodere in modo incontrollato. Questo atteggiamento ci lascia quel margine di tempo necessario per decidere “se, come e quanto agirla” nella situazione in cui ci troviamo, coerentemente con la valutazione delle implicazioni e conseguenze di ogni nostra parola e gesto.

Più abbiamo conti in sospeso con altri e altro, più sarà proprio in auto che questa tenderà a scatenarsi, sfruttando la presunta anonimità dell’interlocutore. Il guidatore dell’auto davanti a noi, che magari procede lentamente mentre hai fretta. Più diventiamo consapevoli delle nostre emozioni e meno avremo bisogno di vomitarle in modo incontrollato in reazione a ogni stimolo irritante. “Fare amicizia”, con se stessi e con l’altro, questo è l’antidoto, anche con le nostre componenti più antiche, che ancora si comportano come se fossimo nel paleozoico.

E quando i destinatari della rabbia altrui siamo noi? Quando ci suonano il clacson, quando siamo noi a rallentare o a fare un manovra sbagliata? L’importante è non “abboccare all’amo”, non permettere alla fiammata altrui di incendiare anche la nostra miccia, facendo esplodere, per reazione, anche i nostri conti arretrati con la vita. Il poco compreso significato dell’evangelico “porgi l’altra guancia”… non è un invito al masochismo, è la scoperta che se rispondo in modo inaspettato, l’azione automatica del mio interlocutore si blocca, e lascia alla sua mente il tempo di intervenire e temperare la reazione in modo, questa volta, adeguato al contesto.

Se mantieni la calma in un momento d’ira risparmierai cento giorni di dolore, recita un proverbio popolare. Ed è proprio una poesia, del monaco buddista Thich Nhat Hanh che riassume – nel suo libro, tradotto in italiano, Spegni il fuoco della rabbia – meglio di un trattato psicologico, il processo appena descritto:

Arrabbiarsi è normale. Provare rabbia è una cosa umana.
Imparare a sorridere alla tua rabbia e a farci pace.
Il significato della pratica, dell’imparare, è tutto qui.

 

Prestando attenzione alla tua rabbia, puoi trasformarla
nel tipo di energia di cui hai bisogno.
L’energia positiva si ottiene dall’energia negativa.

 

Un fiore, per quanto bello, un giorno diventerà concime, ma se sai come
trasformare il concime di nuovo in un fiore, allora non avrai da preoccuparti.

 

Così non devi preoccuparti della tua rabbia, perché sai come trattarla:
abbracciandola, riconoscendola e trasformandola.
Questo è quello che si può fare.
Come manciata di diamanti sul velluto della notte
così le stelle gridano la bellezza del mondo.

 

Provare per credere. Siate gentili con la vostra rabbia, rispettatela, e lei vi sarà leale, vi insegnerà a riconoscere le situazioni che vi feriscono e si adatterà a contenere o calibrare la sua carica sotto la vostra direzione. Verranno evitati così migliaia di incidenti causati annualmente da una cattiva gestione della rabbia.

 

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