Il settore automotive sta vivendo una trasformazione epocale. Passare all’elettrico non basta, serve ripensare l’intera filiera, le competenze e le tecnologie. A dirlo i dati della ricerca condotta dal Politecnico di Milano per Geely Italia.
È l’invenzione nata dalla collaborazione tra l’Università di Firenze e il gruppo Caf: gli pneumatici fuori uso vengono scomposti con un trattamento termico ottenendo elementi gassosi, liquidi e solidi completamente riciclabili.
Gli pneumatici in disuso hanno da sempre rappresentato uno dei più grandi problemi ecologici di smaltimento dei rifiuti. Sono tanti (solo in Italia, secondo le stime di Ecopneus, società che si occupa della raccolta e del recupero degli pneumatici fuori uso, ne arrivano a fine vita 380 mila tonnellate ogni anno) e non possono essere conferiti in discarica. Tante però sono le soluzioni di riciclo che si sono sviluppate in questi anni, dall’utilizzo di vecchi pneumatici per fare la pavimentazione di palestre e campi sportivi all’impiego del materiale per produrre pannelli fonoassorbenti. L’ultima invenzione a proposito si chiama Tyrebirth ed è uno speciale forno a microonde in grado di dare nuova vita agli pneumatici.
Il rivoluzionario sistema nasce all’interno del Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze grazie al progetto coordinato da Piero Frediani, professore ordinario di chimica industriale nell’ateneo fiorentino, e dal chimico Silvio Occhialini, con il sostegno finanziario del gruppo Caf, un’azienda cooperativa che, tra le altre cose, si occupa di sollevamenti e noleggi autogru, bonifiche di terreni contaminati, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali.
Come funziona il forno? Tyrebirth si basa sul principio della pirolisi, ovvero la scomposizione degli pneumatici attraverso un trattamento termico che, e qui sta la novità, utilizza le microonde. Queste vengono assorbite dal carbone che compone le gomme per il 30-40 per cento e lo riscaldano in modo omogeneo e veloce. In trenta minuti il copertone viene scomposto a una temperatura di 700 gradi e viene trasformato in un gas, in un liquido e in una componente solida, tutti elementi completamenti riutilizzabili. Più precisamente, al termine del riciclo, si ottengono il 15 per cento di idrogeno e idrocarburi gassosi (metano e gpl), il 40 per cento di gasolio, il 40 per cento di carbon black (polvere di carbone) e il 5 per cento di ferro.
Con Tyrebirth gli pneumatici vengono riciclati al 100 per cento: il gasolio ottenuto può essere usato come combustibile se purificato dallo zolfo, il carbone si può impiegare anch’esso come combustibile oppure per la costruzione di nuovi pneumatici, il ferro è separabile con una calamita e riutilizzabile. Inoltre il forno produce energia che viene in parte utilizzata per autoalimentarsi. L’invenzione è dunque un’alternativa all’inceneritore e permette così di ridurre le emissioni di gas serra. Il forno ha già ottenuto due brevetti di ricerca depositati in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia ma, terminata la fase sperimentale, ora l’idea è quella di passare all’industrializzazione del forno (ne è già stato sviluppato uno che può smaltire venti copertoni alla volta), magari partendo proprio dalla costruzione di un impianto in Toscana.
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