Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Sfruttare al meglio le finestre metereologiche favorevoli, specie per il raccolto, riuscendo così a ridurre drasticamente il ricorso ai fitofarmaci è il sogno di ogni agricoltore. Un sogno che si accompagna all’obiettivo di contenere le perdite da deriva o le doppie applicazioni tanto dei concimi quanto di tutte quelle sostanze che scongiurano l’insorgere di parassiti,
Sfruttare al meglio le finestre metereologiche favorevoli, specie per il raccolto, riuscendo così a ridurre drasticamente il ricorso ai fitofarmaci è il sogno di ogni agricoltore. Un sogno che si accompagna all’obiettivo di contenere le perdite da deriva o le doppie applicazioni tanto dei concimi quanto di tutte quelle sostanze che scongiurano l’insorgere di parassiti, funghi e muffe, vero e proprio flagello delle coltivazioni. Questi desideri collimano con il crescente interesse dei consumatori per i prodotti biologici e sino ad oggi hanno dovuto scendere a compromessi con i limiti che la tecnologia impone, in primis i tempi tecnici di lavorazione. Ora, però, si prospetta all’orizzonte un’evoluzione epocale, potenzialmente in grado di rivoluzionare l’attività agricola. Hanno infatti debuttato i primi prototipi di trattore senza conducente, capaci di velocizzare e razionalizzare le operazioni in campo.
Prima arrivarono i Gps e le mappature del terreno. Poi furono i sistemi di guida automatica a dare un forte impulso alla diffusione dell’hi-tech in agricoltura. Oggi sono invece i droni a farla da padrone, consentendo di “leggere” tanto la morfologia del suolo quanto lo stato vegetativo delle colture con una precisione sinora sconosciuta. E domani? Il futuro sarà il regno dei trattori a guida autonoma, in grado di gestire gran parte delle fasi di lavoro senza alcun apporto umano diretto. Se il mondo dell’automobile già da tempo si prodiga nello sviluppo di veicoli autonomi, capaci di destreggiarsi nel traffico rilevando, grazie all’interazione tra telecamere e radar, vetture, pedoni e ostacoli così da far fronte alla mutazione degli scenari, ora tale tecnologia irrompe anche in ambito agricolo, promettendo di sovvertire consuetudini assodate. Artefici di questo attacco all’esistente sono i marchi statunitensi Case IH e New Holland, entrambi appartenenti al Gruppo italo americano CNH Industrial.
In occasione del Farm Progress Show di Boone, nello stato dell’Iowa (USA), Case IH e New Holland hanno presentato due concept di trattori autonomi, massima espressione dell’agricoltura di precisione. Una trattrice convenzionale priva di cabina nel primo caso, una macchina capace di ospitare un eventuale conducente nel secondo, a tutto vantaggio della flessibilità operativa. Mezzi entrambi in grado di gestire un’ampia gamma di attrezzature senza intervento umano in forza di un’interfaccia che consente il monitoraggio da remoto delle operazioni programmate. Il computer di bordo tiene conto della larghezza dell’utensile montato – ad esempio un aratro, una seminatrice o un irroratore – tracciando il percorso più efficiente in base al terreno, agli ostacoli e alle altre macchine attive sullo stesso campo. La base tecnica di questa soluzione propone l’abbinamento di telecamere e laser Lidar, acronimo dall’inglese Laser Imaging Detection and Ranging, che mediante il telerilevamento determinano la distanza di un oggetto o di una superficie. Il trattore, qualora ravvisi un ostacolo imprevisto, si arresta e consente all’operatore di assegnare un nuovo percorso.
“In molte parti del mondo reperire manodopera specializzata durante l’alta stagione è una sfida quasi insormontabile”, ha affermato Andreas Klauser, brand president di Case IH. “Anche se già proponiamo a bordo dei nostri macchinari dei sistemi telematici e di guida automatica per la gestione dei veicoli e del personale, questi nuovi trattori concept possono addirittura essere monitorati e comandati a distanza. Ci proponiamo di garantire una maggiore efficienza operativa in attività come la preparazione del suolo, la semina, l’irrorazione e la raccolta”. Al momento, i prototipi Case IH e New Holland sono solamente dei manifesti di tecnologia, ma la guida senza conducente potrebbe essere ulteriormente sviluppata per venire adattata alle macchine tradizionali, ad esempio per sfruttare in tempo reale i dati meteo a vantaggio dell’applicazione ottimale di sostanze d’apporto quali azoto, diserbanti o fungicidi.
Oltre che per i trattori, la guida autonoma sarebbe funzionale anche per altre macchine, in primis trince e mietitrebbie, che potrebbero così operare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sfruttando al meglio le finestre metereologiche favorevoli. L’operatore, come accennato, non scomparirebbe; sarebbe ancora “presente”, ma non a bordo dei mezzi. Potrebbe infatti supervisionare l’attività da remoto e, qualora necessario, corregge i tracciati con un semplice PC o un tablet. Allo stesso tempo, la tecnologia di guida autonoma terrebbe in massima considerazione le condizioni meteo. In caso di pioggia incombente, ad esempio, arresterebbe automaticamente l’attività d’irrorazione e sposterebbe il trattore in un campo prevedibilmente asciutto, azzerando gli sprechi e il rischio di dispersione delle sostanze, a tutto vantaggio della riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura. Un’evoluzione che si colloca nel solco del progetto Clean Energy Leader di New Holland, il cui obiettivo dichiarato è produrre più cibo per tutti, utilizzando meno risorse.
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