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Una ricerca dell’Università di Oxford fornisce alcuni suggerimenti per affrontare al maglio i rischi globali e salvare il mondo.
Esiste un’organizzazione con sede a Stoccolma, la Global Challenges Foundation, che si occupa di individuare e analizzare i maggiori rischi per l’umanità e di proporre eventuali soluzioni.
L’ultimo rapporto pubblicato sul sito dell’organizzazione e scaricabile gratuitamente è a cura di un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford e stila un elenco di dodici potenziali catastrofi a cui il genere umano potrebbe trovarsi esposto e a cui sarebbe meglio farsi trovare preparati.
I dodici grandi rischi sono divisi in quattro gruppi, tra rischi attuali, rischi esogeni (cioè non dipendenti dall’attività umana), rischi emergenti e rischi legati alla politica globale.
Tra i primi troviamo i cambiamenti climatici estremi, la guerra nucleare, una possibile catastrofe ecologica, una pandemia globale, il collasso dell’economia mondiale; i secondi annoverano l’eruzione di un supervulcano e l’impatto di un grande asteroide; i terzi riguardano biologia sintetica, nanotecnologie, intelligenza artificiale e pericoli sconosciuti; i quarti riguardano una cattiva gestione della politica globale.
L’obiettivo dei ricercatori, che hanno definito queste dodici minacce “rischi con impatto potenzialmente infinito”, è quello di stimolare il dibattito internazionale e spronare i leader politici a intervenire affinché vengano create delle contromisure.
Ecco perché nel rapporto vengono elencati 10 strategie utili per “salvare il mondo” e affrontare le minacce per l’umanità:
1) Creare un network globale che si occupi dei rischi ad impatto infinito;
2) Migliorare le capacità di analisi del rischio;
3) Creare sistemi di allerta precoce;
4) Iniziare a visualizzare il mondo come un sistema sociale ed ecologico estremamente complesso ed interconnesso;
5) Premiare i paesi che compiono sforzi per evitare i rischi;
6) Prendere in considerazione anche i rischi che sembrano remoti ma che potrebbero avere un impatto disastroso;
7) Spostare l’attenzione sulla possibilità che si verifichino eventi estremi e studiarne possibili effetti;
8) Migliorare la comunicazione del rischio, con un linguaggio adeguato;
9) Stabilire degli indicatori di rischio globale e di opportunità per intervenire;
10) Prendere in considerazione la possibilità di fondare una Global Risk Organization.
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