Il 2022 è finora l’anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800

Secondo i dati del Cnr raccolti fino a settembre, il 2022 si appresta a diventare l’anno più caldo degli ultimi due secoli in Italia.

Quello in corso è l’anno più caldo che si mai stato registrato in Italia negli ultimi due secoli. E la temperatura media sulla superficie delle terre emerse e dei mari del nostro paese è stata di 0,96 gradi centigradi superiore rispetto alla media del trentennio che va dal 1990 al 2020. Il che conferma una tendenza già emersa nei mesi scorsi.

A crescere soprattutto le temperature massime in Italia

A spiegarlo è – secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa – Bernardo Gozzini,  direttore del consorzio Lamma (Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile, promosso dalla Regione Toscana e dal Consiglio nazionale delle ricerche). Lo studioso ha precisato che a crescere sono state soprattutto le temperature massime, che hanno registrato uno scarto rispetto alla media di 1,2 gradi centigradi (sulla base dei dati raccolti fino al mese di settembre).

temperatura in aumento nelle grandi città italiane
Le ondate di caldo nel corso dell’estate sono state particolarmente pesanti in Italia © Antonio Masiello/Getty Images

Ma il 2022 è stato un anno eccezionale anche nel resto dell’Europa, piazzandosi al terzo posto nella classifica di quelli più caldi di sempre. Una situazione che ha provocato gravi conseguenze, in particolare per quanto riguarda la siccità, che ha colpito tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. In Italia il fenomeno si è concentrato però soprattutto al nord, mentre le regioni centro meridionali hanno sperimentato precipitazioni ben superiori alla media.

Gravi conseguenze sull’economia anche rispettando l’Accordo di Parigi

Tutto ciò provocherà conseguenze anche sull’economia del nostro paese. A confermarlo è un nuovo studio della Banca d’Italia, secondo il quale ad essere colpiti sul medio-lungo periodo saranno soprattutto i comparti dell’agricoltura e del turismo.

Anche limitando la crescita della temperatura media globale a “soli” 1,5 gradi centigradi, ovvero centrando l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi, il prodotto interno lordo procapite potrebbe contrarsi tra il 2.8 e il 9,5 per cento alla fine del secolo, rispetto ad uno scenario che prevede temperature stabili.

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