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Il 25 novembre è la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. In Italia si terranno numerose manifestazioni nelle principali città.
La violenza contro le donne è una delle più diffuse violazioni dei diritti umani e riguarda donne di ogni età, etnia, cultura e ceto sociale. Una donna su tre ha subìto violenza fisica, psicologica o sessuale nel corso della sua vita. In Italia, solo nel 2023, sono state uccise 106 donne.
Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dalle Nazioni Unite. La data ricorda il 25 novembre 1960, giorno in cui tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana, le sorelle Mirabal, vennero violentate e uccise da uomini dell’esercito dominicano durante la dittatura di Rafael Trujillo.
Quest’anno si tengono numerose manifestazioni in tutta Italia, in aggiunta a quelle dei giorni scorsi in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin. Un femminicidio che ha generato rabbia e, soprattutto, rumore. Contro ogni forma di violenza, contro i femminicidi, contro il sistema patriarcale che favorisce e permette ancora tutto questo.
Il movimento transfemminista Non Una di Meno sottolinea infatti come la mobilitazione del 25 novembre non voglia essere una commemorazione, ma un punto di concentrazione della rivolta alla violenza strutturale. “Non un momento rituale, ma la precipitazione di una mobilitazione quotidiana: nelle scuole, nei posti di lavoro, nei quartieri, al fianco dei centri antiviolenza”.
Perché, come ha sottolineato Elena Cecchettin, la sorella di Giulia Cecchettin, il femminicida “non è un mostro, perché mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro. È una struttura che beneficia tutti gli uomini. Non tutti gli uomini sono cattivi. Sì, è vero. Ma in questo caso sono tutti uomini e tutti gli uomini traggono benefici da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti. Devono richiamare l’amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare delle banalità ma sono il preludio del femminicidio”.
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