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Le importazioni di agnelli dall’Est Europa aumentano durante il periodo di Natale, con conseguenze gravissime per il loro benessere.
Ogni anno sono oltre tre milioni gli ovini trasportati vivi all’interno dell’Unione europea. Di questi, più di due milioni vengono macellati all’arrivo. L’Italia da sola ne importa circa il 40 per cento, provenienti prevalentemente da Romania, Ungheria e Polonia, ma anche da altri Paesi come Francia, Bulgaria e Spagna. L’84 per cento di questi animali muore prima di raggiungere i 6 mesi di età. Le importazioni aumentano a ridosso Natale per portare sulle tavole degli italiani agnelli spesso non svezzati che durante il trasporto subiscono gravi compromissioni dal punto di vista psicofisico. Durante i trasporti, che possono durare diverse ore o intere settimane, il sovraffollamento, le temperature estreme e le sofferenza causata dalla scarsa – o in alcuni casi del tutto assente – alimentazione provocano loro enorme stress.
È ciò che l’ultima inchiesta realizzata da Animal Equality, Animal welfare foundation ed Enpa prova a raccontare attraverso l’inseguimento diretto dei camion che ogni giorno sotto Natale trasportano in Italia oltre 600mila agnelli provenienti dall’Est Europa.
Nonostante il Regolamento europeo 1/2005 relativo al benessere degli animali affermi che “Nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni o a sofferenze inutili”, la realtà è ben diversa. Numerose inchieste realizzate da Animal welfare foundation, in collaborazione con Enpa e Animal Equality, hanno infatti regolarmente riscontrato violazioni della normativa vigente.
Anche quanto documentato durante quest’ultima inchiesta rivela pessime condizioni di viaggio subite da agnelli e vitelli prima di arrivare nei macelli del Centro Italia. Nel corso di indagini durate una settimana a partire dal 15 dicembre, il team investigativo di Animal Equality ha infatti monitorato i camion con agnelli e vitelli che attraversavano il confine italo-sloveno provenienti da Romania, Ungheria e Polonia segnalandoli alle autorità locali intervenute per verificare che le condizioni di trasporto fossero idonee.
Quello che il nostro team ha potuto osservare collaborando con le forze dell’ordine durante i controlli, tuttavia, è stato ancora una volta un supplizio inutile inferto ad animali di poche settimane di vita costretti a viaggiare con temperature rigide e senza un’adeguata alimentazione.
Le immagini della nostra video inchiesta documentano centinaia di agnelli ammassati all’interno del camion di quattro piani che belano e si agitano di continuo. Si tratta di un indicatore di comportamento animale che esprime tutto lo stress e la sofferenza che vivono. A solo poche settimane di vita questi sono stati infatti costretti a non meno di 19 ore di viaggio con appena 6 gradi di temperatura interna al box in cui sono costretti.
Gli agnelli sono inoltre stati ripresi nell’atto di leccare il soffitto dei piani metallici sovrapposti all’interno del camion ed anche le sbarre di contenimento poste sulle fiancate del mezzo, un comportamento che denota come molto probabilmente non siano stati adeguatamente nutriti. Il sospetto aumenta ulteriormente quando il nostro team offre agli agnelli dell’acqua in abbeveratoio aperto: dalle immagini risulta evidente l’incapacità degli agnelli di abbeverarsi nonostante i chiari segnali di sete.
L’incapacità di abbeverarsi in autonomia indica che si tratta di agnelli non svezzati, quindi con capacità di nutrirsi solo attraverso la suzione, come avverrebbe con l’allattamento materno. Con ogni probabilità anche questi animali sono stati quindi allontanati dalle madri ancor prima di essere svezzati, lasciandoli a poche settimane di vita senza le cure parentali di cui necessitano.
Oltre agli agnelli da latte, è stato fermato anche un camion che trasportava vitelli molto probabilmente non svezzati. Impauriti e spaventati, come gli agnelli, anche questi vitelli muggiscono disperatamente e di continuo intenti nel “tongue rolling”, un segnale che esprime la richiesta di cibo da parte di cuccioli affamati al punto da leccare le sbarre del camion in cui sono rinchiusi.
L’inchiesta non lascia dubbi: il Regolamento europeo non tutela gli animali da una pratica anacronistica e crudele che genera solo sofferenza. Il 2 dicembre 2021, la commissione Anit istituita presso il Parlamento europeo ha riconosciuto, attraverso il proprio voto, la scarsa attuazione dell’attuale Regolamento sui trasporti, soprattutto nei casi di trasporto di animali non svezzati, come vitelli e agnelli.
Sebbene la commissione Anit abbia raccomandato un’età minima per il trasporto dei vitelli, non ha previsto però requisiti simili per gli agnelli non svezzati. Il 22 gennaio il Parlamento Ue sarà quindi chiamato ad esprimersi sulle lacune che ancora oggi permettono che gli animali soffrano inutilmente. Noi auspichiamo che l’ispirazione provenga da Paesi come Regno Unito e Nuova Zelanda, che hanno deciso di vietare il trasporto degli animali vivi. Intanto, anche questo Natale la sofferenza nel piatto di molti italiani è stata tanta.
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