Aiuti umanitari in arrivo a Gaza, ma Stati Uniti ed Europa non vogliono il cessate il fuoco

L’incontro tra Biden e Netanyahu sblocca gli aiuti umanitari. Ma all’Onu e al Parlamento europeo non passa la richiesta di cessate il fuoco.

  • Si sbloccano gli aiuti umanitari a Gaza: a partire da domani dovrebbero arrivare 20 camion carichi di cibo, acqua e medicinali dall’Egitto.
  • All’Onu veto degli Stati Uniti alla risoluzione del Brasile che non menziona il diritto di Israele a difendersi, al Parlamento europeo ampio ok a un testo che prevede la tregua umanitaria ma non il cessate il fuoco.
  • Oltre all’Al Ahli, almeno altri 4 ospedali della Striscia di Gaza sono ormai fuori servizio, e nell’unico centro oncologico manca l’energia.

Sta per sbloccarsi, finalmente, la fornitura di aiuti umanitari per la Striscia di Gaza, sotto assedio da parte dell’esercito israeliano ormai dall’indomani degli attacchi di Hamas del 7 ottobre: la mediazione del presidente statunitense Joe Biden, giunto ieri a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha fruttato il risultato che 20 camion carichi di aiuti umanitari entreranno a Gaza dalla penisola egiziana del Sinai, sebbene non prima di domani. La situazione nella Striscia resta critica, con una grave carenza di risorse, inclusa l’acqua, a rappresentare una minaccia crescente e l’assoluta urgenza di aiuti umanitari, nell’ambito di una vera e propria guerra che in 12 giorni ha fatto già 3.300 vittime. Tra queste, 5 persone palestinesi attaccate da uno squadrone israeliano in un campo profughi in Cisgiordania.

Arrivano 20 camion di aiuti umanitari 

Il presidente americano Joe Biden, in una visita lampo a Tel Aviv, ha ribadito la necessità di consegnare aiuti umanitari di prima necessità alla popolazione di Gaza. Biden ha sottolineato che “Hamas non rappresenta l’intero popolo palestinese” e che la reazione legittima di Israele non dovrebbe tuttavia colpire gli innocenti. Parole che sembrano aver fatto breccia nelle decisioni del partner israeliano: dopo approfondite discussioni con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo gabinetto di guerra, Biden ha annunciato che Israele ha acconsentito all’apertura del valico Egitto-Gaza di Rafah per la consegna di aiuti umanitari quali cibo, acqua e forniture mediche. A condizione però che si vigili affinché gli aiuti umanitari  non cadano nelle mani di Hamas. Biden ha dichiarato: “La popolazione di Gaza ha bisogno di cibo, acqua, medicine e luoghi sicuri in cui ripararsi”. Ha anche sottolineato l’impegno continuo degli Stati Uniti nell’appoggiare Israele, comprese le forniture militari. Inoltre, ha sostenuto la versione di Israele, secondo cui l’esplosione all’ospedale al-Ahli non è stata causata da un attacco aereo israeliano, ma da un razzo vagante lanciato da Gaza.

Stati Uniti e Unione europea dicono no al cessate il fuoco

Allo stesso tempo però gli Stati Uniti nella notte italiana tra il 18 e il 19 ottobre hanno posto il veto su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che condannava l’attacco di Hamas contro Israele e chiedeva una pausa nei combattimenti per consentire l’assistenza umanitaria a Gaza. Gli Stati Uniti sono stati l’unico paese a votare contro la risoluzione presentata dal Brasile, definendola “inaccettabile” perché non conteneva la menzione esplicita del diritto di Israele a difendersi”, mentre 12 membri hanno votato a favore e Russia e Regno Unito si sono astenuti.

Al voto è andato anche il Parlamento europeo, che ha adottato una risoluzione che invece ha ottenuto un ampio sostegno con 500 voti a favore, 21 contrari e 24 astenuti. La risoluzione condanna gli attacchi brutali e chiede l’eliminazione dell’organizzazione terroristica Hamas. Allo stesso tempo, promuove la de-escalation in Medio Oriente, una tregua umanitaria e il pieno rispetto del diritto internazionale da parte di Israele. La risoluzione non prevede però la richiesta di un cessate il fuoco immediato: l’emendamento che lo prevedeva è stato bocciato dall’aula con 419 voti contrari e solo 88 a favore (tra questi ultimi, gli italiani del Movimento 5 Stelle oltre a Pietro Bartolo e Massimiliano Smeriglio di S&D). Il motivo è sempre lo stesso: riaffermare che Israele ha diritto a difendersi.

Le indagini indipendenti sulla strage dell’ospedale Al Ahli

La risoluzione del Parlamento europeo avanza inoltre la richiesta di un’indagine internazionale sul bombardamento dell’ospedale. Biden davanti a Netanyahu ha sostenuto la versione di Israele, secondo cui l’esplosione all’ospedale al-Ahli non è stata causata da un attacco aereo israeliano, ma da un razzo vagante lanciato da un gruppo terroristico a Gaza. Il team Verify della Bbc sta continuando le proprie indagini indipendenti consultando numerosi esperti ingegneri, militari e di balistica, ma al momento anche se alcuni indizi lasciano propendere per la versione israeliana, al momento non è ancora possibile dare una risposta chiara. Pr Bbc Verify, una delle prove più critiche è la natura del cratere lasciato dall’esplosione: l’esercito israeliano afferma che l’assenza di un grande cratere, o di danni da esplosione agli edifici adiacenti, dimostra che l’esplosione non è stata causata dalla caduta di un razzo Qassam di Hamas.

Bombardato l'ospedale Al Ahli di Gaza City, 500 morti
Bombardato l’ospedale Al Ahli di Gaza City, 500 morti © Ali Jadallah/Anadolu via Getty Image

 

Ma un’altra parte importante delle prove mancanti sono proprio i frammenti di missili: i proiettili sono spesso identificabili dai rottami del loro guscio e possono essere utilizzati per determinare l’origine del proiettile, ma nessuno è ancora riuscito a vedere queste prove. Allo stesso modo, l’Idf ha rilasciato una registrazione di quella che si dice sia una conversazione intercettata tra due militanti di Hamas in cui si riconosce che l’ospedale è stato colpito da un proiettile sparato dalla Jihad islamica palestinese, il secondo gruppo militante più grande a Gaza: sempre secondo Bbc Verify, però, non è possibile verificare in modo indipendente questa registrazione.

Quello che è certo, al momento, è che oltre all’Al Ahli di Gaza City almeno altri quattro ospedali nella Striscia di Gaza hanno smesso di funzionare completamente a causa dei “continui bombardamenti” di Israele: così ha detto il portavoce del ministero della salute di Gaza, Ashraf al Qudra all’agenzia di stampa Efe: gli ospedali sarebbero quelli di Beit Hanun, Al Durra, Al Karama e l’Oftalmologia internazionale di Gaza City. Inoltre l’Ospedale dell’Amicizia Turco-Palestina, l’unico centro che offre servizi oncologici a Gaza, ha smesso di funzionare a causa della mancanza di carburante ed elettricità, e alcune delle sue sezioni, come il pronto soccorso, sono fuori servizio. Secondo Al Qudra, inoltre, almeno 44 operatori sanitari sono morti finora sotto ai bombardamenti.

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