Le proteste degli agricoltori a Bruxelles contro l’accordo Ue-Mercosur

I trattori hanno invaso la capitale europea per protestare contro l’accordo commerciale tra l’Ue e il Mercosur. La ratifica è stata rinviata a gennaio.

A Bruxelles ci sono state grosse proteste degli agricoltori dopo un accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Mercosur, il mercato comune sudamericano. In realtà l’accordo, che abbatte una serie di dazi doganali e pone dunque condizioni di libero scambio più facili tra i due continenti, è già stato firmato nel 2024. Quello che manca è la ratifica, che deve arrivare dal Consiglio Europeo e che si pensava potesse essere raggiunta propria nella riunione di questi giorni.

Nella capitale delle istituzioni europee hanno sfilato centinaia di trattori provenienti da tutto il continente, con gli agricoltori che lamentano la concorrenza sleale nei loro confronti data dal nuovo accordo. Nel corso degli scontri con le forze dell’ordine ci sono stati diversi feriti e alla fine la firma dell’accordo è stata rinviata a gennaio.

Cosa dice l’accordo Ue-Mercosur

Nel 2024 l’Unione Europea e il Mercosur, il blocco commerciale sudamericano nato nel 1991 e composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, hanno raggiunto a Montevideo un’intesa storica volta a creare una delle più vaste zone di libero scambio del mondo. L’accordo prevede la riduzione e l’abolizione progressiva dei dazi doganali su circa il 90 per cento delle merci scambiate fra le due aree economiche. Questo per l’Unione europea significa poter aprire a nuove esportazioni verso il Sud America nel campo alimentare, enologico, automobilistico e dell’abbigliamento, mentre per il Sud America significa trovare nuovi mercati per la propria produzione agricola e industriale e per le materie prime come il litio, di cui è ricco il suolo.

L’entrata in vigore dell’accordo, i cui negoziati sono andati avanti per oltre vent’anni, dipende dalla ratifica del Consiglio Europeo, l’organo composto dai capi di Stato o di governo dei 27 paesi membri dell’Ue. In questi giorni a Bruxelles il Consiglio si è riunito per parlare soprattutto della questione degli aiuti all’Ucraina, un tema che sta provocando forti divisioni all’interno della comunità e su cui alla fine ci si è accordati per un prestito da 90 miliardi di euro. Tra le altre questioni su cui dibattere c’è anche la ratifica dell’accordo col Mercosur, visto che la Danimarca, presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, aveva lasciato intendere di voler chiudere la pratica prima del viaggio di Ursula von der Leyen in Brasile del 20 dicembre.

Proteste a Bruxelles e rinvio

La discussione sulla ratifica dell’accordo col Mercosur da parte del Consiglio Europeo ha portato migliaia di agricoltori a riversarsi a Bruxelles per protestare contro l’intesa. Secondo le stime c’erano oltre 7mila persone a manifestare nel quartiere delle istituzioni dell’Ue e nel corso delle proteste ci sono stati pesanti scontri con le forze dell’ordine e sono stati registrati diversi feriti.

La questione della ratifica dell’accordo col Mercosur sta creando profonde divisioni all’interno dell’Unione Europea. Gli agricoltori lamentano il rischio di concorrenza sleale, dal momento che la produzione di carne, cereali e altri prodotti in Sud America avviene a costi decisamente maggiori che in Europa e questo potrebbe indurre gli acquirenti europei a guardare a quel mercato rispetto a quello nostrano. L’accordo prevede comunque la protezione delle denominazioni geografiche e il rispetto degli standard sanitari europei e questo dovrebbe porre un limite all’acquisto, visto che sono state anche annunciate quote e salvaguardie per le importazioni di alcuni prodotti come carne e zucchero. Un altro campo di protesta è quello ambientale, dal momento che il timore è che la maggiore domanda europea di prodotti come la carne possa portare a un incremento della deforestazione per soddisfare le richieste. Questo in un territorio già martoriato da questo punto di vista.

Le proteste degli agricoltori a Bruxelles, che vanno in parallelo a posizioni ostili all’accordo da parte di paesi come la Francia, l’Italia, la Polonia, i Paesi Bassi e altri stati dell’Ue, hanno frenato la ratifica dell’accordo. Che è stata rinviata a gennaio, come ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

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