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La stagione autunnale è l’ideale per una spedizione tra boschi, prati e calanchi alla ricerca di porcini, chiodini e gallinacci.
La stagione autunnale è l’ideale per una spedizione tra
boschi, prati e calanchi alla ricerca di porcini, chiodini e
gallinacci.
Presa visione delle norme regionali che regolano l’andar per
funghi, da buoni raccoglitori ricordate di dare la caccia ad
esemplari sani di specie note.
Riponeteli in arieggiati cesti di vimini per permettere la
dispersione sul terreno delle spore e la crescita di nuovi funghi,
avendo cura di tenerli separarti dagli infidi incerti. Per
informazioni su umidità e bel tempo, date un’occhiatina al
meteo on-line. Certo, non aspettatevi dopo l’acquazzone pomeridiano
di veder spuntare i funghi come funghi. I tempi di maturazione sono
lenti, anche se il plenilunio ci mette lo zampino favorendo la
fioritura.
Delle tremila varietà di funghi presenti in Europa, solo
l’uno per cento è velenoso. Circa un migliaio sono
commestibili. Raccogliendo i porcini, assai diffusi, ma non sempre
facili da scovare mimetizzati come sono dal sottobosco, dovete
prestare attenzione a non mettere nel cesto anche un Boletus
satanas, comunemente noto come porcino malefico. Ricordate
soprattutto che famiglie fungine come quella delle amanitacee
comprendono addirittura esemplari mortiferi quali l’Amanita
phalloides e l’Amanita verna. Varietà identificabili da un
esperto, possono trarre in inganno per la loro somiglianza con
altri funghi commestibili, il raccoglitore meno edotto.
Insomma, se dopo pazienti ricerche e qualche emozionante
ritrovamento, i vostri funghi sicuri bastano a malapena per una
porzione di risotto, evitate di mettere in pentola gli esemplari su
cui nutrite dei dubbi.
Per non guastare il piacere dell’andar per funghi con una brutta
avventura alla Marcovaldo – conoscete il racconto “Funghi in città” di
Italo Calvino? – prima di consumare quelli raccolti, consultate
sempre i periti micologi delle Unità Sanitarie Locali.
Graziella Ceruti
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